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1510. Francesco Sforza al luogotenente di Lodi 1453 febbraio 19 Milano.

Francesco Sforza ricorda al luogotenente di Lodi la reazione di Antonio R per l'imposizione fattagli di prestare garanzia di venticinque ducati per il reclutamento di cento guastatori da mandare a Cerreto. Se veramente non ha avuto un soldo per trovare i guastatori e non è obbligato per una qualsiasi ragione, lo Sforza ordina che Antonio sia lasciato in pace. Il duca chiede poi la ragione della detenzione di Pietro de Boi da Lodi.

[ 333v] Locuntenenti Laude.
Antonio da R. ne ha facto querella che vuy li haveti facto dare sigurtade de xxv ducati ch'el trovi cento guastatori iuxta suo potere per mandarli a Cerreto, et che luy non intende per qual casone li fate questo, non siando obbligato al rechato de questi guastatori et che da vuy, né da veruno altro, non ha may havuto denaro alcuno per questa casone. Il che siando cossì como luy expone, non ne pare honesto che lo astrinzati a trovare li dicti cento guastatori, né vogliamo che ultra il debito gli debiati dare impazo; sin autem luy (a) havesse havuti dinari per trovare guastatori et ch'el non gli havesse exbursati, o che per altra via fusse obligato, volimo ne debiate avisare dela cosa como passa. Appresso, el è qui in mano del nostro capitaneo de iustitia uno Petro de Boy da Lodi et dice non sapere la casone dela sua retentione; sichè vogliate avisarne la casone perché l'haveti mandato qui et facto retenire. Mediolani, xviiii februarii 1453.
Iohannes.

(a) luy in interlinea su vuy depennato.