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1754. Francesco Sforza al provveditore di Ripalta 1453 aprile 14 Milano.

Francesco Sforza ricorda al provveditore di Ripalta che, passato l'Adda, quelli di Bertino da Calcinate e del conte Carlo hanno fatto incursione nella villa chiamata Caleppio, di Boschino, cancelliere ducale, catturando uomini, bruciando case senza alcun rispetto del salvacondotto rilasciato dal defunto Gentile da Leonessa. Ciò premesso e richiamato l'accordo con Gerolamo Barbarigo, provveditore dell'esercito veneziano, sull'osservervanza dei salvacondotti ducali accordati in contraccambio di quelli concessi da Gentile, il duca chiede il rilascio degli uomini e la restituzione del bestiame rubato.

[ 374v] Provisori Rippalte.
Siamo certi haverite inteso como quelli de Bertino da Calcinate et del conte Carlo, passando de qua da Adda per quel ponte de Rippalta son corsi alla villa de Boschino, nostro cancellero, chiamata Caleppio et hanno presi li homeni et menati via loro bestiami, et deinde brusate le case contra la despositione del salvoconducto ch'el ha dal quondam Gentile per scontro d'alcune cose de ser Mariocto, cancellero del dicto Gentile in Porzano, benché siamo certi lo habiano facto contra saputa et consentimento vostro. Et perché siamo nuy remasti d'accordo inseme con lo spectabile Ieronimo Barbarico, proveditore dello exercito della Signoria, che se observeno li nostri salviconducti facti per scontro quilli sonno stati concessi per dicto Gentile, et se rendemo certi queste robarie simelmente de essere stata facta contra saputa et consentimento d'esso proveditore, ve confortamo et caricamo vogliate provedere che siano liberamente relassati dicti homeni et restituiti li soy bestiami, et deinde restaurati del dapno hanno patito, como siamo certi sia vostra intentione. Et se altramente fosse che non rec(or)diamo, vogliatene avisare azochè per qualche modo possamo provedere alla indepnitate delli nostri subditi. Mediolani, xiiii aprilis 1453.
Bonifatius. Iohannes.