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1935. Francesco Sforza a Luchina dal Verme 1453 maggio 15 Milano.

Francesco Sforza risponde a Luchina dal Verme circa i tributi dati dai suoi uomini ai soldati. Gli duole che i nemici facciano incursioni, che i conestabili e fanti sforzeschi non siano pagati e non ci si possa servire di loro come richiede il bisogno. Sul cavallo comprato per ottanta ducati e che, a detta di Luchina. non vale cinque fiorini, dice che tutto è dipeso da lei che non lo ha fatto valutare. Circa l'evenienza che i soldati sforzeschi "fossino tributati", ricorda che tali tributi dovevano essere compensati con le tasse dei soldati. Non si meraviglia poi se i quattordici cavalli che dovevano andare in "Val Peccorara" non vanno volentieri in luoghi dove sono fatti a pezzi.

[ 410v] Magnifice domine Luchine de Verme.
Havemo recevute le vostre littere, date xiii del presente, cum una lista inclusa deli tributi diciti havere dati l'homini vostri ali soldati, et cetera. Et inteso quanto scriveti dele asperce et insolentie usa messer Philippo contra le vostre terre per volere spazare li nostri conestabili dicemo, primo, ala parte deli tributi, che non ne sapemo niente, né sapemo la cagione de tali tributi, ma ben sapemo che noi non havemo may dito né confortati li vostri a tributare alcuno e ne rencresce che lo faciano; et anche pur ne rencresce che l'inimici nostri cavalcano e li nostri conestabili e fanti non ponno essere spazati et, per consequente, non se potemo adiutare de loro, como rechede el bisogno. Al facto del cavallo pagato lxxx ducati et non valeva pur cinque fiorini, dicemo che forse seti mala informata ch'el non valesse più de cinque fiorini, ma ben dicemo anchora ch'el se deveva andare per altra via al pagamento con far vedere et examinare testimonii dela valuta, et cossì procedere con l'ordine al pagamento iusto.
Et anche quando l'homini nostri fosseno tributati, se dovevano compensare tali tributi in le tasse dele gente d'arme; et per certo non sapemo donde possa procedere tanda tardità, non fidendo domanda ali vostri più como gli tocha che se pagasseno como l'altri, non seguiriano tanti mali et tributi quanto scriveti. Similiter dicemo de quelli xiiii cavalli che dovevano andare in Val Peccorara, non è meraviglia se non vano voluntera in quelli loghi dove sonno ale fiate tagliate a peze. Novamente havemo facto fare una patente a noy domandata per vostra parte contra quelli retrogradi et renitenti al pagamento. Mediolani, xv maii 1453.
Ser Iacobus.
Cichus.