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1969. Francesco Sforza a Bartoluccio da Gubbio 1453 maggio 19 Milano.

Francesco Sforza trasmette a Bartoluccio da Gubbio la supplica di Agostino Formazaro, oste di Pancarana, costretto a pagare a Evangelista Savello un cavallo, rubatogli notti fa nell'osteria di Agostino che si proclama innocente. Il duca ordina a Bertoluccio di indagare la faccenda e d'intendere le parti per potere rendere giustizia in modo che Evangelista sia soddisfatto per la perdita del cavallo. Se non riuscisse a individuare il colpevole, dispone che Bertoluccio si rivolga per consiglio a un perito per la soluzione.

[ 417v] Ser Bartolucio de Eugubio.
A nui è stata porta la supplicatione inclusa, quale te mandamo per parte de Agostino Formazaro, hostiero nel loco de Pancarana, et perché lu decto pare che sia astrecto ad pagare ad Evangelista Savello, nostro conductiero, un cavallo, quale più dì fa fo furato noctis tempore nella sua hostaria; dela qual cosa lui assai se grava et ne domanda che non gli fazamo fare altro che rasone, facendo sua scusa che de dicto furto lui non è colpevele, né ne seppe cosa alcuna, et dice non devere essere astrecto ad tal cosa.
Volimo che te dibbi molto bene informare de questa cosa et intendere le rasoni del'una parte et del'altra, et trovando che sia colpevele più uno che un altro de tal cosa, che gli administri rasone summaria et expedita senza tenere la cosa in longa, et fare per modo ch'el dicto Evangelista sia satisfacto del suo cavallo. Ma non intendendo ti quello volesse rasone de questo facto, pigliaraine consiglio da qualche intendente per modo che ti te possi salvare, azò che iniustitia non se faza né al'una parte, né al'altra. Ex Mediolano, die xviiii maii 1453.
Alexander.
Cichus.