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2067. Francesco Sforza ad Andrea da Foligno 1453 giugno 8 "apud Senigham".

Francesco Sforza redarguisce Andrea da Foligno per il comportamento suo e del luogotenente con gli uomini d'armi e, citando il caso della moglie di Pietromatto da Bergamo e del Veneziano, pur lui uomo d'arme, e di sua moglie, gli chiede di presentarsi subito in campo.

[ 438v] Ser Andree de Folignio.
Tu e lo locotenenti lì haveti deliberato per ogni modo caciare li homini d'arme nostri et parve fare una grande prova come ne posseti descontrare uno, et anche credeti ad nuy fare grande apiacere, che se vedestivo l'animo nostro cognosceristevo per effecto nisuna cosa esserne più molesta. Questo dicemo perché non bastandove la deshonestà usata ad Petromatto da Pergamo, nostro homo d'arme, de mettergli soldati in casa dove sta la mogliere, mò di novo haviti caciato de casa el Venitiano, pur nostro homo d'arme, et la dona sua, che, quanto sia honesto n'è da supportare, staressemo al iudicio tuo. La quale cosa, havendola nuy havuta in grande dispiacere, volemo et expressamente te (a) comandiamo che, recevuta questa, faci al dicto Venitiano retornare la stantia sua senza alcuna exceptione, et da mò inanze guarda ad non consentire simile cosa se desidere farne cosa grata. Et tu vientene senza dimora in campo con ogni cosa del tuo. Ex nostro felici exercitu apud Senigham, die viii iunii 1453.
Iohannes Chiapanus.
Iohannes.

(a) Segue comettemo espunto.