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2119. Francesco Sforza a Bartolomeo Colleoni (1453 giugno 16 "apud Senigham").

Francesco Sforza ringrazia il Colleoni per aver scritto a Giorgio Dannone, luogotenente di Alessandria, di esser pronto a portargli aiuto al bisogno. Lo assicura del pagamento di quanto dovutogli. Lo informa che Angelo Simonetta è alla ricerca di danaro e spera di trovarne tanto da rimetterlo in sesto. Gli fa presente che la comunità di Tortona necessita di scorta per portare a casa le erbe da Fraschea: è quanto gli chiede, tenuto presente che in caso di bisogno tutti potranno avvantaggiarsene. Nessun suo uomo d'arme deve lasciare il Tortonese per andare nel Novarese. Ad andare al fronte con cavalli e armi siano gli uomini che già sono nel Novarese.

[ 449r] Magnifico Bartholomeo Coleono.
Habiamo recevuta la littera dala magnificentia vostra, et inteso quanto quella ne scrive del'havere scripto et mandato ad dire a Zorzo Dannone, nostro locotenenti in Alessandria, che tuta volta acaderà il bisogno, andareti con la persona et con le gente d'arme per fare quello che sia bene dela cità et cossì exaltacione del stato nostro, et cetera, al che, respondendo, ve rengratiamo, et questo è quello proprio che nuy speramo et credemo de voi. Al che non dicemo altro se non che, accadendo, ve confortiamo che vogliati con ogni celeritate cossì fare et exequire, siché ali inimici non possa reussire li loro pensieri et li nostri subditi cognoscano che ve siamo cari et l'habiamo cari. Ala parte del spazamento vostro, ve dicemo che Abondio, vostro cancellero, è qui, el quale presto intendemo mandarlo ad voi ben spazato. Et già sonno attrovati certa quantità de dinari, et tuctavia non gli perde tempo veruno Angelo Simoneta, nostro consiliero, alo rechato deli dinari, et sperando con la gratia de Dio et lo adiuto deli amici, che se attroverano tanti dinari che bastarano ad remettervi bene impuncto, et meglio che fosti mai, siché dateve de bona voglia perché presto sarete spazato per modo che restareti bene contento. Ceterum, perché la comunità de Terdona ne scrive che voluntere vorebeno condure a casa le loro herbe che hano ala Fraschea, ma non ponno perché non hanno che l'adiuti ad fare le scorte, ve confortiamo vogliati adiutarli ad far fare le scorte perché possano condure le dicte herbe, avisandove che questo serà ben facto, perché in ogni tempo de bisogno se poranno goldere dicte herbe, se serano recolte, che non faria quando remanessero ala campagna. Insuper ve avisamo como in questa hora habiamo recevuta una vostra de dì xiiii responsiva ala nostra, circha li homini d'arme che rechedemo siano mandati in Novarese, al che dicemo che nostra intentione non è che debiati mandare in Novarese veruno de quelli homini d'arme vostri sonno in Tortonese, ma nostra voluntà è che fazati quelli sonno in Novarese vadano ad stare ale fronte con li cavalli et arme loro per la salveza de quelle nostre parte, avisandove che ad essi gli serà talmente provisto che se haverano ad contentare. Data ut supra.
Bonifacius.
Cichus.