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2188. Francesco Sforza a Luchina dal Verme (1453 luglio 3 "apud Gaydum").

Francesco Sforza comunica a Luchina dal Verme che da Taddeo dal Verme, condottiero ducale, sono fuggiti alcuni uomini d'arme riparati presso Guglielmo di Monferrato. Siccome la maggior parte di tali uomini d'arme hanno moglie, figli e beni sulle sue terre, ha escogitato che, per provvedere alla indennità di Taddeo e anche ducale, a ogni richiesta di Taddeo, gli faccia consegnare moglie, figli e beni per rifarsi del danno patito sia da lui che dal duca.

Magnifice domine Luchine de Verme.
Sonno novamente fugiti dal strenuo Tadeo del Verme, nostro conductero, alcuni soi homini d'arme, quali sonno andati dal canto del signore Guiglielmo secundo havemo inteso, per il che resta molto habandonato et desfacto dicto Tadeo. Et perché intendemo che la più parte deli dicti homini d'arme soi hanno le loro mogliere, figlioli, robbe et beni nele terre vostre, acioché con tal via sia proveduto ala indemnitate d'esso Tadeo, et nostra anchora, perché hanno essi portati via li dinari, quali nuy l'havemo dati de imprestanza, volimo che, recevuta questa, subito, ad ogni requesta d'esso Tadeo, gli faciati consignare in mani soa, o de qualunche suo messo, li dicti mogliere, figlioli, robbe et beni suoi, ad ciò se possa restaurare de danno et manchamento ha patito, ita che et nuy se possiamo valere di luy neli tempi presenti. Data ut supra.
Bonifatius. Iohannes.