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2209. Francesco Sforza a Corrado da Fogliano (1453 luglio 10 "apud Gaydium").

Francesco Sforza avvverte il fratello Corrado di avere saputo da uno proveniente da Rivolta che per l'ingrossamento dell'Adda si sono rovinate entrambe le bastite del ponte di Rivolta, ma in particolare quella verso di qua, che è stata abbandonata dalle guardie. Vuole che si curi delle bastite dal canto dal canto di là e, perciò, mandi di là il galeone armato e le barbotte e procuri che delle barche armate vadano verso Cassano in modo da impedire ogni passaggio nemico del ponte. Gli faccia sapere quanto avrà fatto e che intende fare.

Magnifico (a) Conrado, germano nostro.
In questa hora è stato da nuy uno quale vene da Rivolta et dice che per lo grandissimo accrescimento ha facto l'Adda sonno guaste molto forte ambedue le bastite del ponte de Rivolta, ma molto più del canto de qua, et intanto è guasta che è remasta habandonata né gli ponno stare le guardie e se reducono ala terra de Rivolta. Il perché, parendone mò el tempo et rendendoci certissimi che, ala receputa de questa, tu haverai havuto la torreta, voressimo che, ala receputa de questa, senza perderli tempo alcuno tu tentasse et facesse prova de havere la bastite del canto de là, cum mandare el galeono armato e le barbotte et anche inzignarte de fare portare qualche barcha e nancte de sopra verso Casano et armarli per tenire che l'inimici non potesseno succorerla per lo ponte. Et cum ogni sforzo, cura, sollicitudine et inzegno vedi de haverla, che lingeramente te venerà facto, se tu faray presto e con bona diligentia, avisandone subito de quanto haverai facto fina mò, e del pensero fai de exequire quanto havemo sopradicto. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.

(a) Segue domino depennato.