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2215. Francesco Sforza a Corrado Foliano 1453 luglio 4 Milano.

Francesco Sforza, in risposta alle lettere del fratello Corrado, non nasconde il disappunto per non essere andato all'impresa della torretta proprio quando era il tempo opportuno. Per la sua effettuazione incarica ora il fratello di sollecitare Boschino a ricuperare il tempo che ha fatto perdere. contrariamente al fratello, non vuole che si proceda contro quelli di Osso; vuole sia rispettato, anche per riguardo verso il Colleoni, ad istanza del quale esso fu concesso. Del pari non vuole che nulla si innovi verso i prigionieri e per il bestiame prima che si intendano quelli di Osso, che potrebbero avere una verità differente da quella riportatagli.

Magnifico germano nostro Conrado de Foliano.
Havemo recevuto in medesma hora doe toe littere, ale quale, respondendo, et primo, ala parte de non essere andato al'impresa ordinata dela torreta, anci essere retornato indreto, per littere de Boschino, per certo asai ne recresce, et ne pare che may (a) possa essere el tempo né le condictione più apte ala facenda che fossero adesso, e ben se maravigliamo che Boschino te habia scrito che tu retorni a dreto et che habia licentiato quelli che erano commandati, como gli scrivemo, ma sia como se voglia, a nuy non pareria ch'el si gli dovesse perdere tempo veruno et dovesse solicitare Boschino che recuperasse quanto ha facto tardare, et così te ne carichamo.
Ala parte de quelli da Oxo, quali scrive non solamente havere scoperti li tuoi in la cavalcata facevano, ma sonno insultati contra loro, il perché scrive che debitamente degono essere pregione queli setti sonno presi, et anche el bestiame non se debia restituire, perché in tal acto, el salvoconducto non gli debbe valere. Como per più ragione tu ne scrivi, dicimo che non vorissemo romperli el salvaconducto, così per l'honore nostro, como, eciamdio, per respecto del magnifico Bartholomeo Coleone, ad instantia del quale fo facto dicto salvaconducto a quelli da Oxo, e benché, como tu scrivi s'el fusse così, como tu scrivi, meritariano ogni male. Non di meno a nuy non pare né volemo per modo alcuno che tu procedi ad altro contra quelli sette che sonno presi, né anche a partire né movere el botino fin a tanto che non siamo meglio informati dela cosa como è passata, perché potria molto bene essere che li toi che sonno stati al facto per fare el facto loro, diriano la cosa altramente che non n'è. Siché non procedere ad altro per cosa del mondo fina tanto non se intenda meglio, rendendote certissimi che li dicti da Oxo se veneranno ad lo meritare. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.

(a) Segue non depennato.