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394. Francesco Sforza a Francesco de Georgi 1452 aprile 3 Milano.

Francesco Sforza comunica a Francesco de Georgi di aver ricevuto da Simonino e Giacomo Ferrari, lamentele perché, oltre alla tassa dovuta, ha messo sulla loro proprietà nella campagna di Pavia, sei cavalli e ciò per una vertenza personale con i fratelli. Il duca ordina di liberare la possessione dai cavalli e di non mischiare il privato con il pubblico.

[ 87v] Francisco de Georgiis.
Simonino et Iacomo, fratelli di Ferrari, nostri citadini de Pavia, ne hanno sporta la inclusa supplicacione lamentandose de ti che, ultra la loro debita taxa, gli hay logiato in le loro possessione quale hanno in la campagna della dicta nostra cità de Pavia, cavalli sey, como vederay per dicta loro inclusa supplicatione. Et ulterius ne hanno dicto a boca che li menaci dicendoli che faray andare (nella) loro possessione cerbe; del che, quanto cossì fosse, molto ne maravigliamo de ti che habii ardire, ad posta de diferencia habii con veruno, fare iniuria ad alcuno; et questo dicemo perché dicti de Ferrari dicono gli fay questa per una differencia hay con loro. Pertanto te dicimo, volimo et comandamo che, recevuta questa, debii levare via de sopra le possessione de dicti gentilhomini quilli cavalli hanno ultra la loro debita et contingente taxa et debii stare ad rasone della differenza hay con loro, avisandote che se da mò inanti sentiremo che, né in dicti, né in facti, né per altra via faci iniuria ad veruno, o per differencia havessi con loro o per altra via, te darimo ad intendere che faci male, (ce) ne recresca et che vogliamo essere nuy el signore et non ch'el sii ti; siché fa' in modo non habiamo ad sentire più simile lamente de facti tuoy. Mediolani, iii aprilis 1452.
Marchus.
Iohannes.