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718. Francesco Sforza a Luchina dal Verme 1452 luglio 30 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza esprime a Luchina dal Verme l'indignazione per il comportamento dei suoi uomini di Pradara. Sicuro della sua indignazione per l'omicidio dell'uomo di Zenevredo vuole che non tardi a intervenire a punire l'omicida e i suoi complici.

Magnifice domine Luchine de Verme comitisse, et cetera.
No(n) ne siamo poco maravigliati che l'homini vostri da Pradara cum tanta presumptione et temerità habiano amazato uno homo da Zenevreto, segundo che siamo informati per querella de Lazaro Malvicino et del'homini de Zenevreto; et pare quasi che li dicti de Pradara non habiano a vivere con leze alcuna, ma a suo modo senza superiore alcuno. Et benché siamo certissimi che de ciò siate malissimo contenta, et tanto più quanto che sentimo l'homicidiale esser pur et habitare in le vostre terre, da poy l'homicidio commisso, pertanto vi confortiamo et carichamo che voliate fare tale demonstratione de questo excesso ch'el sia noto a ogniuno che non è proceduto de vostra mente, puniendo l'homicidiario et anche tuti li colpevoli, ordinando etiamdio che per l'avenire non intervengano simili scandalosi et sinistri casi. Ex felicibus castris nostris apud Quinzanum, penultimo iulii 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.