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816. Francesco Sforza a Pietro da Norcia (1452 agosto 25 "apud Quinzanum").

Francesco Sforza assicura Pietro da Norcia di aver preso atto che, oltre ai confinati, ventidue cittadini sono stati espulsi dalla città e gli chiede di curarsi del buon governo della sua gente e di non far caso a quanto si va dicendo sulla nomina di Guido Visconti a luogotenente e podestà. Vuole infine che si conceda a Pietro da Como il permesso di andare a casa per sue faccende, informandone però Alessandro, suo fratello.

Domino Petro de Nursia.
Veduto quanto voy ne scriveti di xxii citadini mandati fuora de quella nostra cità, ultra li primi confinati et cetera, ne restiamo avisati, et per questa non dicemo altro se non che vogliate subito avisare del nome loro de cadauno da per sì.
Del seguito fano el commandatore da Vistarino et alcuni altri citadini a domino Guido Vesconte et che li dano speranza de farlo fare locotenente et podestà lì per vostro despecto, et che scrivendo loro qualche cosa in male de vuy, non vogliamo prestarli fede, perché vi portano odio et cetera, dicemo de questo non debiate havere dubio alcuno né darvi affanno per questa cosa. Attendeti più al governo et salute de quelli nostri citadini et de quella nostra cità et fati quello è vostro debito et non ve curati d'altro, perché sapemo ben nuy quello che havemo a fare.
Ceterum magistro Pedro de Como ne rechiede licentia de andare fin a casa per alcune sue facende. Siamo contenti, non essendo necessario più el stare suo lì, debiati darli licentia ch'el vada a suo piacere, facendone prima partecipatione cum Alexandro, nostro fratello. Data ut supra.
Iacobus.
Cichus.