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1033. Francesco Sforza a Giorgio Del Maino 1453 gennaio 9 Milano

Francesco Sforza scrive a Giorgio Del Maino, commissario e podestà di Novara, e a Battista de Burgo, locale commissario delle tasse, a delucidazione di quanto richiesto e di quanto risposto all'ambasciatore cittadino portatosi da lui. Alla richiesta della riduzione della tassa dei cavalli, portandoli a novecento, il duca osserva che occorre tener presente che dell'aiuto dell'Alessandrino, Tortonese, Martesana, di buona parte del Cremonese e del Parmense egli non può attualmente avvalersi e, quindi, di necessità deve ricorrere al contributo di chi può prestarlo per mantenere quelle genti con le quali si salva lo stato sforzesco. Nessuna difficoltà ad ammettere tre o quattro cittadini per la formazione del compartito perché comprenderanno la situazione e non avranno di che ridire sulla tassazione, premesso sempre che in tale operazione si provveda con equità, non guardando in vulto a persona del mondo.

[ 377v] Spectabili militi et egregio dilectis nostris dominis Georgio de Mayno, commissario et potestati civitatis nostre Novarie, necnon Baptiste de Burgo, commissario nostro ibidem super taxis.
Quella nostra communità de Novara ha mandato al presente uno suo ambassatore qua da nuy, el quale, inter cetera, ne domandava volessemo moderare la taxa delli cavalli et redurla a cavalli novecento, allegando molte loro graveze, et similiter ne domandava volissemo provedere che l'uno loco non sia gravato per l'altro, cioè che ciascaduno havesse la ratta parte soa, et che volissemo essere contenti che a fare compartito de queste taxe fossero doi o tre citadini de quella nostra città, et cetera. Al quale nuy havemo resposto, alla prima parte della taxa delli cavalli, che nuy non porriamo fare defalchatione alcuna, consyderato como doveti extimare che nuy havemo lo Alexandrino, il Terdonese, la Martesana, bona parte del Cremonese et Parmesano, delli quali non se possemo adiutare de presenti, et cossì anche voy gli direti, certificandoli che se nuy vedessemo de posserlo fare, lo fariamo volontieri, ma ell'è pur necessario che loro et ogniun altro ne adiuti ad mantenere le gente nostre, con le quale possiamo salvare et crescere el stato nostro. Alla parte delli citadini quali domandano essere cum vuy a fare il compartito, nuy gli havemo dicto, et cossì dicemo a vuy, che siamo contenti, siché tolereti insieme cum vuy tre o quattro citadini de quelli parerano a vuy, quali tenereti cum vuy a fare dicto compartito et con loro communicare ogni cosa, perché essendo loro insieme con vuy ogniuno remanerà paciente a quello gli sarà taxato. Bene ve recordiamo, se haveti carala gratia nostra, in questo non ve portati con passione alcuna né guardati in vulto a persona del mondo, perché non porresti fare cosa ne fosse più molesta, ma procedeti cum bona maturità et prudentia in questa cosa, como siamo certi che fareti, avisandone como havereti sequito. Data Mediolani, die viiii ianuarii 1453.
Zanettus.
Cichus.