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1292. Francesco Sforza a Giorgio de Annone 1453 marzo 17 Milano

Francesco Sforza scrive a Giorgio de Annone di aver inteso che Gentile ha, contro la volontà ducale, ordinato che i fanti appiedati, di stanza lì, hanno mandato i loro cavalli in Lomellina dove percepiscono la tassa. Non s'è mai ammesso che per i cavalli dei fanti si abbiano le tasse e di ciò vuole che prendano atto detti fanti alla pari dei provisionati. Intende che sia chiaro che egli non vuole mettere tale usanza cativa.

Georgio de Annono.
Havemo inteso bene che per Gentile pare sia stato ordinato, el che è stato contra la nostra mente, che li fanti da pede sonno lì, hanno mandato li soi cavalli in Lomellina et hanno la taxa per essi, dela qualcosa ne siamo alquanto turbati, perché non fo may che cavalli de fanti havessero taxa, né questo è processo de nostra voluntà. Per il che volimo ne avisi dicti fanti, aciò se provedano con li soi cavalli, perché quello che nuy non fecimo et non siamo usi fare, non vogliamo anchora mò incommenciare, avisandoli che alli nostri provixionati, né alli altri nostri fanti non fecemo may dare taxa per cavalli, et che anchoraloro vogliano havere pacientia. Per questo non volimo patire per non mettere questa usanza cativa. Data ut supra.
Bonifacius.
Cichus.