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388. Francesco Sforza a Giovanni Ferruffini 1452 aprile 22 Milano

Francesco Sforza vuole che il consigliere ducale Giovanni Ferruffini e il suo segretario Antonio Guidobono, oratori ducali presso il doge di Genova, si adoperino con detto doge o con chi crederanno perché l'uomo d'arme ducale Roberto dalla Reverone abbia il cavallo e i sedici bislacchi che un suo famiglio di Vallestura, che si faceva chiamare Genovese, gli portò via lo scorso anno quando se ne fuggì da lui.

[ 127r] Spectabili et egregio viris domino Iohanni de Ferrofinis, consiliario, et Antonio de Guidobonis, secretario, dilectissimis oratoribus nostris apud illustrem ducem Ianue.
Ad Roberto dalla Reverone, nostro homo d'arme, se fugì questo anno proximo passato uno suo famiglio de Vallestura, quale se faceva appellare Genovese, et menoseli via uno suo cavallo et circa quindeci bislachi in denari. Et habiando nuy in li dì passati scripto per doe nostre littere alli officiali della dicta valle per casone de ciò, il nostro scrivere ha facto pocho fructo. Per la qualcosa, ad casone il dicto homo d'arme non habia questo damno et che quello fugitivo non se possa gloriare del suo delicto, vogliate, recevuta questa, fare ogni opera possibile cum quello illustre signore duce o con chi altro fosse expediente, per modo se venga a consequire il cavallo et li denari et le spese che per dicta casone al dicto homo d'arme sonno occorse. Nuy ne haveressimo scripto a quello signore, ma, per non tediare la signoria soa, ce pare debia bastare che per nostra parte gline dicate et faciatigline instantia. Data Mediolani, die xxii aprilis 1452.
Andreas Fulgineus.