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421. Francesco Sforza a Giovanni Feruffini e ad Antonio Guidobono 1452 maggio 1 Milano

Francesco Sforza in risposta alla lettera di Giovanni Feruffini e di Antonio Guidobono in Genova dispone che il marchese di Villafranca ritorni a casa sua non potendo fare diversamente da quanto promessogli da tempo; intende comunque soprassedere fino a che non sarà chiarita la faccenda tra il doge e Giovanni Filippo. Li informa che, per quanto concerne la Pietra e Gregorio Doria, ha mandato là Francesco Lampugnani, suo cameriere, e ha constatato che i tempi non sono ancora propizi per le suggestioni che vengono fatte dai suoi amici e da alcuni di Genova. Si dice sempre fiducioso nell'aiuto che il doge gli farà avere dalla comunità genovese. Vuole, per ben comprendere come stanno le cose a Genova, che il Ferruffini vada da lui, mentre Antonio deve trattenersi lì.

Domino Iohanni Ferrofino et Antonio Guidobono Ianue.
Respondendo ad quanto ne haveti scripto per la vostra de dì xxv, et primo, al facto del marchese de Villafranca, dicimo che nuy disponimo al tucto che, per honore nostro costuy ritorna in casa soa, perché non possimo fare de manco, senza nostro grande mancamento et vergogna, attente le promisse che lo dicto marchexe ha havuto da nuy già longo tempo e como siati bene informati, ma volimo soprasedere finché questo facto fra quello signore duxe et Iohanne Filippo sia chiaro.
[ 139r] De ser Leonardo havimo inteso quello scriveti. Se maravegliamo che ancora non sia venuto là. Pur nondimeno gli havimo scripto ch'el venga via subito, perché sapimo che più dì sonno fo expedito là.
Del venire del capitaneo, havimo inteso quello scriveti. Non dicimo altro se non che tucta volta ch'el venirà da nuy, serà ben veduto et ricevuto como fratello proprio.
Alla parte della Preda et de Gregorio Doria, ve advisamo che nuy havevamo mandato là per acconciare questo facto Francisco da Lampugnano, nostro camarero, et dal canto nostro non gli havimo mancato in cosa alcuna per redurlo ad bono effecto. Pur trovamo la cosa non essere in quelli termini che credevamo, et questo solamente procede per li conforti et persuasione che gli sonno facti da amici suoy proprii et da alcuni che stanno in Zenova.
Ultra ciò, perché non credimo che quello illustre signore duxe non facia pensieri de farne havere da quella comunitate quello adiuto et subsidio sapeti, volimo, per intendere bene questo et l'altre cose delà cum fondamento, vuy, misser Zohanne Ferrofino, venati subito da nuy et tu, Antonio, remani a Zenova, et caso che alla recevuta de questa tu, Antonio, fuste partito da Zenova (a), volimo che tu torni indreto et lassa venire esso misser Zohanne. Data Mediolani, die primo maii 1452.
Persanctes.
Cichus.


(a) Da et caso a Zenova a margine.