Registro n. 13 precedente | 529 di 1330 | successivo

530. Francesco Sforza a Giovanni da Alessandria e ad Antonio Guidobono 1452 giugno 28 apud Trignanum

Francesco Sforza risponde in parte alle lettere di Giovanni da Alessandria e di Antonio Guidobono, dicendosi d'accordo sulla faccenda del sussidio. A proposito dei patti e, in primis, di quello del sale, li incoraggia a cercare di ridurre il tutto al miglior partito che loro parrà. Si dichiara contento della parte che sia il doge che la comunità genovese vogliono sulla tratta dei gualdi. Siccome quella comunità chiede di non fare altra spesa prima che sia estinto il pegno sulla paga, la si disobblighi per quest'anno. Non dimentichino che vengano dati i venticinquemila ducati.

[ 177v] Dominis Iohanni de Alexandria et Antonio Guidobono.
Havimo veduto quanto ne haveti scripto per quatro vostre de xxii, xxiii et xxiiii del presente, et respondendo alle parte, et primo, ad quella del subsidio, dicimo che del tucto remanemo advisati et ne piace, comendandove quanto haviti seguito circa questa materia. Li pacti che se domanda, havimo intesi, et primo, quello del sale, dicimo che vuy, quali siati là in su el facto, vedeti de redurre la cosa ad quello miglior partito che ve pare, como siamo certi che fariti. De quella parte che vogliono quello Illustre signore duxe et quella magnifica communità soprala tracta di gualdi, remanemo contenti et cussì della sigurtà del soldo de fanti che domandalo prefato signore duxe, ma habiati advertentia che tal sigurtà bisongna che se trove là, et cussì ve sforzati trovarla et cum quello più longo tempo che sia possibile. Della galea, dicimo che delà non ha ad essere guerra, et essendo cussì, questa spesa non bisongna, come contengono li capituli, però questa parte porgiriti, como havimo dicto. Et perché diciti che quella magnifica communità domanda che nuy non li rechiediamo de altra spesa finché non sia disubligato quello pengno della paga, questa parte non intendimo, ma ben siamo contenti de disubligarli per questo anno; siché vedeti de intendere bene questa parte et ne advisati chiaramente como haveriti facto, advisandove che ve mandiamo lo mandato in quello modo che ne haviti rechesto. Ma vedeti de fare che nuy habiame tucti li xxv mila ducati, et prestissimo et in tal modo che se ne possiamo adiutare et valere in questo nostro instante bisongno et necessità; et advisatine subito del tucto como haveriti sequito, concludendo cum più cellerità et cum più vantagio che ve sia possibile. Ex castris nostris apud Trignanum, die xxviii iunii 1452.
Persanctes.
Cichus.