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573. Francesco Sforza a Giovanni della Noce 1452 agosto 8 apud Quinzanum

Francesco Sforza scrive a Giovanni della Noce di ritenere che la sua andata ad Aversa sia dovuta al desiderio di non doversene stare inattivo al Castellazzo. Siccome volontà del duca è la riconquista delle terre perdute, vuole che, se già non fosse ad Alessandria, faccia subito ritorno, perché, ritornati gli ambasciatori del re di Francia e di re Renato nel Monferrato per fare la tregua, vuole che, fino a che questa non sarà conclusa, si faccia attenzione ai nemici.

Domino Iohanni dela Nuce.
Como per vostre littere ne scrivesti alli dì passati, semo certi che l'andata vostra verso Aversa sia stata per non stare indarno et perdere tempo al Castellazo, non vedendosse fuora alla campagna alli damno dello inimico nostro per quelli altri nostri conducteri, et semo certi l'andata vostra in quelle parte harà facto fructo, perché a vuy ne sarà resultato honore et utile, et alli inimici damno et sbigotimento delli subditi loro. Pur nondimancho, perché nostra intentione è che omnino voy con quelli altri nostri andati alla campagna per acquistare de quelle terre perdute cum la bombarda, et li altri se scusano che, per l'absentia vostra, non sonno ussiti né possono ussire fuora, ve confortiamo, carricamo et stringemo che, non siando vuy ritornato verso Alexandria subito senza dimora vogliate retornare cum tucti li vostri per fare quanto è dicto, perché, per benché li ambassatori della maestà del Re de Franza et re Renato siano stati da nuy et ritornati verso quelle parte cum conclusione [ 200r] de fare una tregua et poy venire al'accordio, ne pare, et cossì vogliamo che, per fine a tanto la tregua non sia bandita, se attendi alli damni d'essi inimici per più nostra reputatione et favore, como siamo certi vuy medesmo per la prudentia vostra intendeti molto bene. Le cose nostre de qua, non obstante il caso de Alexandro, nostro fratello, passarano cum victoria, perché le havemo adaptate et adaptaremo in forma ch'el rencrescerà a questi nostri inimici. Data in castris nostris apud Quinzanum, die viii augusti 1452.
Iohannes.
Iohannes.