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683. Francesco Sforza a Battista de Burgo 1452 settembre 16 apud Quinzanum

Francesco Sforza scrive a Battista de Burgo, commissario di Oleggio, che per il momento non deve preoccuparsi per la tassa dei cavalli. Quanto, invece, alla riscossione dei denari del carriaggio, gli ricorda che se entro il mese in corso non riscuoterà l'intera somma, siccome ogni mancanza è imputabile a sua negligenza e trascuratezza, si avvarrà con lui attingendo al suo salario e, questo non bastando, sulla sua roba e, infine, se pur questa fosse insufficiente, si rifarà direttamente su di lui mettendolo in galera, perché il duca vuole in ogni modo essere pagato.

[ 244r] Domino Baptiste de Burgo, commissario Olegii.
Havemo recevuto la toalettera et inteso quanto ne scrivi circa il facto delli denari che se dovevano rescotere della taxa delli cavalli, et cetera. Dicemo, como per altre nostre te havemo scripto, che noy non volemo se debbia rescotere al presente per cosa alcuna. Alla parte delli denari del carregio, te dicemo che noy intendemo, et cossì questo che te dicemo, lo faremo per effecto como te deve ben recordare, fessimo quando eravamo a Milano, quando pagasti li ducati 36, che se per tucto questo presente mese non haveray retracti tuti li dinari che se degono rescotere del carregio, consyderato che questo deffecto tucto procede dal canto tuo, per la negligentia et pocha cura gli usi, te farremo pagare questi denari sopra il sallario tuo et, s'el salario non bastarà, faremo torre tanta della robba toa che seremo pagati. Et quando la robba non bastarà, te faremo destenire et mettere in presone fino a tanto che seremo pagati, siché horamay fa como te pare, che noy, in ogni modo, volemo essere pagati. Data in castris nostris felicibus apud Quinzanum, die xvi septembris 1452.
Zaninus.
Cichus.