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718. Francesco Sforza a Sceva de Curte 1452 settembre 24 apud Lenum

Francesco Sforza informa il milite Sceva de Curte, oratore ducale a Genova, che da mercoledì si è spostato in un luogo ove, a distanza di quattro miglia, in un posto paludoso e forte lo ha seguito il nemico. Suo fratello Alessandro con settecento persone sono di notte penetrate nel campo nemico a Cerreto e bruciò alloggiamenti, armi, cavalli e persone, sì che può dirsi felice Matteo da Capua se con altri uomini d'arme se la cavò scappando dentro l'abbazia. Tra bruciati e presi si ebbero oltre cinquecento cavalli. È stato da lui Cristoforo Borgarello, lì inviato da Giovanni Filippo Fieschi, cui ha ridetto quel che auspica per l'accordo con il Fieschi.

Spectabili militii et doctori domino Sceve de Curte, oratori nostro dilecto Ianue.
Da poy ve partesti da nuy siamo venuti qua, cioè mercori passato, et havemo obtenuto questo loco. Lo campo inimico ne è venuto dreto et s'è fermato a Bagnolo in loco paduloso et forte, lonze da qui circa iiii miglia: vederemo quello vorrano fare. Nuy fra pochi di, se levarimo da qui et metteremoce in loco che attenderemo alli inimici quello gli havemo promesso. Similmente Alexandro, nostro fratello, quale è alode, sentendo che li inimici, quali erano a Cerreto, se dovevano levare zobbia passata, che fo a di xxii, se mise in arme la nocte denante cum circa vcc persone tucte a pede et caminando per li paludi intrò nel campo loro tanto secretamente che neuno se ne avedete, et brusò li allozamenti, arme et cavalli loro et molte persone, adeo ch'el fo beato Matheo da Capua, che zerlava tanto l'altro dì del caso de Alexandro, et alcuni altri homini d'arme fuzirsene in camisa dentro della [ 259v] abbatia de Cerreto. Per la quale novità se trovano essere, tra presi et brusati, delli cavalli più de cinquecento, ma più li presi che li brusati, et sella fortuna havesse voluta che havesseno possuto condure seco pur L cavalli, non ne fugiva coda. Pertanto ve ne havemo voluto avisare a consolatione vostra. Appresso è stato qui da nuy misser Christofaro Borgarello, mandato da Zohannefilippo dal Fiescho, al quale havimo dicto l'animo et dispositione nostra, et è ritornato indreto. Il perché speramo che lo accordio tra quello illustre signore duce et lo dicto Zohannefilippo debbia havere lo desyderato effecto, el quale aspectamo cum desyderio de sentire. Ex nostris felicibus castris apud Lenum, die xxiiii septembris 1452.
Irius.
Cichus.