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813. Francesco Sforza a Sceva de Curte 1452 ottobre 14 apud Lenum

Francesco Sforza scrive a Sceva de Curte, suo oratore presso il doge di Genova, che ha ben poco da dirgli, Gli raccomanda che, a differenza di quanto facevano gli altri oratori, per tutte le faccende ducali che deve trattare con il doge e la comunità genovese si rivolga ai signori Doria, che l'hanno favorito in ogni occasione, e dichiari loro la costante disponibilità del duca in favorirli. Mostri pure questa lettera ai Doria. Gli ambasciatori fiorentini sino presso il duca. Messer Bartolomeo delevant, oratore genovese, ritornerà informatissimo di tutto.

[ 299r] Spectabili militi et iurisutriusque doctori domino Seve de Curte, oratori nostro dilecto apud illustre dominum ducem Ianuensem.
Per più altre nostre lettere ve havemo advisato de tucto quello è occorso de qua, et de quanto ne è parso necessario, per questa ne accade dire pocho se non che, quantunque crediamo habiati facto tucto quello et servato quanto hanno facto et sequito l'altri nostri sonno stati in quella città, per noy tamen, a satisfactione nostra, ve dicimo che in tucte le cose haveti ad agitare lì per nuy cum quello illustre signore duxe et quella magnifica communità, vogliate fare capo et principale fondamento cum li signori Doria, quali sonno una medesma cosa cum lo prefato signore duxe, et quelli quali hanno adiutati continuamente et favoriti li facti nostri in ogne è occorsa et accaduta. Siché con loro vogliate conferrire ogni nostra facenda perché li havemo trovati optimamente disposti et ferventi ad ogni nostro favore et adiuto, per modo che gli (a) siamo più che obligatissimi, et vogliateli offerire ogni nostra facultate et potere, et in genere et in specie, perché ne sarà sempre gratissimo poterli fare cosa grata et accepta, como è la dispositione nostra et como ne pare essergli merito obligati. Ex castris apud Lenum, die xiiii octobris 1452.
Ser Iohannes de Ulesis.
Cichus.
Postdata.
Questalittera monstrareti ad quelli Doria et in genere etiam in spetie rengratiati et offeriti, et cetera, como ve parerà, advisandone como haveti facto. Li ambassatori fiorentini sonno qui et misser Bartholomeo delevant, oratore genoese, tornerà subito informatissimo del tucto. Però non dicimo altro.
Data ut in litteris.
Cichus.


(a) Segue possiamo depennato.