Registro n. 13 precedente | 883 di 1330 | successivo

884. Francesco Sforza a Pietro Campofregoso 1452 novembre 1 prope Calvisanum

Francesco Sforza ritiene che Pietro Campofregoso, doge di Genova, abbia avuto notizia del guanto di sfida da lui lanciato ai capitani e provveditori del campo dei nemici e come egli spera che l'accettino. Siccome gli sono assai utili i suoi balestrieri, chiede al doge di prolungare di un mese la loro permanenza e di scrivere in tal senso al loro capitano.

Illustri domino tanquam fratri nostro carissimo domino Petro de Campofregoso, Dei gratia, duci Ianuensi.
La signoria vostra intenderà per l'altra nostra quanto gli havemo scripto del guanto della bataglia che havemo mandato alli capitanei et proveditori (a) del campo delli inimici, et se loro acceptarano per fare quello ch'el debito loro rechiede, tenga per certo la signoria vostra, mediante la gratia del nostro signore Dio, gli farimo sentire tale e sì facte novelle che gli piacerano. Caso che loro non vogliano acceptare, attenderimo a fare dell'altre cose cum danno e vergognaloro, che tucte retornarano in nostra exaltatione, commodo e utile, et in cadauno de questi casi havemo summa necessitate e bisogno de questi vostri balestreri che sonno in campo, perché molto giovano al facto nostro. Pertanto pregamo e confortamo la signoria vostra tanto caldamente et efficacemente, quanto più possimo, (b) che in nostro singularissimo piacere e servitio che gli piacia, dapoy che è facto il più in questa nostra impresa, fare ancora il manco, cioè refermare ancora per un'altro mese, dapoy che finito haverano il primo termino, li dicti balestreri et scrivere qui al vostro capitaneo opportunamente ch'el debbia remanere qui in campo presso cum li dicti balestreri per un altro mese, como havimo dicto, et fare como hanno facto fin qui, e provedergli in modo del denaro che possano mantenerse, certificando alla signoria vostra che questo farà grande relevamento al facto nostro, che è pur lo vostro proprio. Ex castris nostris felicibus prope Calvisanum, die primo novembris 1452.
Persanctes.
FranciscuSfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Cichus.


(a) Segue della signoria depennato.
(b) quanto più possimo in interlinea.