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911. Francesco Sforza a Giorgio de Annone 1452 novembre 14 apud Calvisanum

Francesco Sforza risponde alle lettere di Giorgio de Annone, luogotenente di Alessandria, e gli dice di non avere nulla da obiettare circa i provvedimenti attualmente dalui presi per i due giovani che ha presso di lui. Gli va come, per ragioini di strame, ha mandato il bestiame fuori dalla città: prosegua fin al termine dell'operazione avviata. Inteso quello che Giorgio scrive circa il capitaneato di Bergelio, conviene che a quell'officio non vi può stare uno del posto e, perciò, vi provvederà. Quanto al fatto del Castellazzo, originato dal dissidio tra Bernardo Trotti e il figlio contro Domenico Pellato, concluso con l'assassinio di Pellato per opera dei Trotti, vuole che cerchi di prendere Bernardo, esaminarlo e, trovatolo colpevole, lo processi e gli amministri giustizia come rasone esige. A proposito degli ostaggi del Castellazzo si informi se corrisponde a verità che la comunità debba provvedere alle spese della sua gente mandata al confino. Se così è, faccia in modo che detta comunità provveda ai confinati a Pavia.

[ 334r] Spectabili (a) viro Georgio de Anono, locontenenti nostro Alexandrie dilecto.
Havimo recevuto più toe littere et inteso quanto ne hay scripto. Respondimo alle parte necessarie, et primo, ad quella de quelli doy ioveni che hay presso ti, dicemo che nuy se rendiamo certi che sia como tu dice, et che, quando fosse el contrario, gli haveresti facta quella (b) provisione che tu scrive, siché non vogliamo circa ciò dire altro, perché al presente tu intende assay bene como ti habbi ad governare in questo facto.
El modo che hai servato in cavare el bestiame de quella terra per respecto dello stramo ad nuy è piaciuto et te ne lodiamo e commendiamo grandemente, et cossì vogli mandare ad executione senza aspectare che nuy te scrivamo altro.
Circha el facto del capitaneato de Bergelio, havimo inteso quello tu scrivi et siamo certi che quello officio non possa essere bene administrato siandogli, como gli è, quello della terra: pur nondimeno gli pigliaremo bono partito.
Havimo inteso lo caso successo al Castellatio, cioè che, siando nata certa questione fra Bernardo Trotto et li figlioli per una parte, et Domenico Pellato per l'altra parte, li dicti Bernardo et figlioli hanno amazato el dicto Domenico, la qual cosa havimo havuto assay molesta, et perché non deliberamo per alcuno modo supportarla, et acciochè sia bono exempio alli altri, volemo che possa tu hay in le mane el predicto Bernardo lo debbi fare molto bene examinare et, examinato ch'el sia, trovando ch'el sia in fallo et defecto, formaragli el processo et gli faray (c) et administraray rasone et iustitia, como è la totale nostra intentione. Et in questo facto non guardare più a uno che ad un altro, ma exeguisse tucto quello che havimo dicto de sopra cum ogni diligentia et solicitudine. Ulterius siamo informati che per lo tempo passato è stato usitato che alli ostagii che sonno stati cavati del Castellatio et mandati in confine in qualche loco, che la comunità del Castellatio gli ha sempre facto le spese, il perché vogli informarti bene della cosa, et trovando che sia cossì, como a nuy è stata dicta, volimo che tu fazi che la dicta comunità proveda a quelli obstagii che sonno in Pavia, per modo che habiano da vivere. Ex campo nostro apud Calvisanum, die xiiii novembris 1452.
Persanctes.
Iohannes.


(a) Segue militi domino depennato.
(b) quella in interlinea su altra depennato.
(c) In A fararay.