Registro n. 13 precedente | 936 di 1330 | successivo

937. Francesco Sforza a Pietro Campofregoso 1452 novembre 26 Gambara

Francesco Sforza scrive a Pietro Campofregoso, doge di Genova, d'aver saputo da Sceva che si è risentito per la frase della corrispondenza del xvii del mese passato: da mò inanze prendiamo le vostre diffese contra cadauno che iniustamente vorrà offendere la signoria vostra. Si tratta di una frase messa per inadvertentia. Egli deve piuttosto attenersi a quello che ha espresso nella sualettera, pur essa daleno, ma del vii corrente mese, con cui rivendicavala difesa della sua (doge) persona e del suo stato contro chiunque li offendesse per qualunque modo. Ed è quanto ha ripetuto a voce al suo oratore Bartolomeo dalevanto e a Sceva.

Illustri et excelso domino tanquam fratri nostro carissimo domino Petro de Campofregoso, Dei gratia Ianuensi duci.
Perché domino Sceva ne dice la signoria vostra havere pigliata umbreza de unalittera per noy scripta alla signoria vostra a dì xviii del mese passato data aleno, per una parola gli è quale dice che "da mò inanze prendiamo le vostre diffese contro cadauno che iniustamente vorrà offendere la signoria vostra, et cetera", dicemo che non bisogna che per dicta parolala signoria vostra staga in alcuno dubio né umbreza, perché gli è stata messa per inadvertentia, ma certificamo la signoria vostra che la dispositione nostra è de deffendere la signoria vostra et lo stato vostro et li amici vostri contra qualunche la volesse offendere o la offendesse per qualunche modo, e per tale diffesa ponere lo stato e facultade nostre et la persona et quello havimo al mondo, et cossì cum li effecti et cum le parole et demonstratione darimo a vedere ad ogniuno che cossì siala mente et dispositione nostra, et che ogniuno che vorrà offendere la signoria vostra et lo stato vostro saperà chiaramente che la offesa che farà, la farà al stato nostro et alla persona, como largamente se contene in le altre nostre littere, date aleno a dì vii del passato, sottoscripte de nostra propria mano, alla quale ce referimo et offerimo ancora più largamente, et per questo havimo sottoscripto la presente de nostra propria mano. Et se più chiarezala signoria vostra ne vole, siamo apparechiati de farla, perché ne dormiate quieto, chiaro e reposato, como havimo pienamente a bocha dicto al vostro oratore domino Bartholomeo dalevanto et a misser Sceva, alli quali piazala signoria vostra sopra ciò credere quanto alla persona nostra propria. Ex Gambara, xxvi novembris 1452.
Ser Iohannes de Ulesis.
FranciscuSforcia Vicecomes manu propria subscripsit.
Cichus.
Postdata. Delle altre cose contene el memoriale della signoria vostra, quale portò domino Sceva, non respondemo altramente per questa, perché cum domino Bartholomeo et domino Sceva predicti havemo conferito quanto accade, dalli quali la signoria vostra intenderà el tucto ad pieno, siché non ne extendimo altramente per questa. Data ut supra.