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938. Francesco Sforza a Spinetta Campofregoso 1452 novembre 25 Gambara

Francesco Sforza dice a Spinetta Campofregoso, capitano genovese, d'avere inteso in vario modo e direttamente da Sceva, oratore ducale, delle attestazioni della sua benvolenza verso lui (duca) e della sua disponibilità a offrirsi a favore suo, in ottima imitazione di quanto fa il doge. Lo Sforza si dice pronto a intervenire in suo favore e auspica che tali sentimenti collaborativi durino "in eternum". Da Sceva intenderà con maggiore compiutezza quali sono i sentimenti ducali per lui: gli creda e gli dia appoggio in li facti haverà a tractare lì.

[ 343v] Magnifico tanquam fratri nostro carissimo domino Spinete de Campofregoso, capitaneo Ianuensi.
Per diverse vie, ma mò più pienamente a boccha per domino Sceva, nostro oratore, havimo inteso e sentitala singulare benivolentia e devotione ne portati, e quanto vi setti offerti alli nostri beneficii, in ciò immittando etiandio la optima fraternità in nuy et dispositione dello illustre signore domino lo duxe, delle quale cose vi rengratiamo e siamovi intenuti grandemente, et lo amore in nuy vostro acceptamo de core, como de bono amico e fratello, et in omni cosa occurrente semper prenderimo fidutia de vuy, como de quale fratello più caro habiamo, né non porressemo mancarvi a tucti li vostri piaceri e bene in le cose a nuy possibile. Et cossì per sempre se vedeti possiamo per vuy una cosa più che un'altra, avisatice pur che sempre ne studiaremo fare li vostri piaceri. Et sia ciò dicto fra vuy e nuy per una volta, che duri in eternum, senza may havere più casone de replicare. Misser Sceva ve referirà a boccha più apieno la nostra mente, la quale non porressimo scrivere a sufficientia, al quale ve piacia dare piena fede e tucto quello favore ve parerà possibile in li facti haverà a tractare lì per nuy, quanto faresti alla nostra propria persona. Ex Gambara, xxv novembris 1452.
Persanctes.
Cichus.