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953. Francesco Sforza a Giorgio de Annone 1452 dicembre 2 Gambara

Francesco Sforza comunica a Giorgio de Annone che, siccome Giacomo dal Pozzo è fuggito con il pretesto che i Pavesi gli impedivano di esercitare l'avvocatura come faceva nel passato, e tale partenza gli dispiace, pur sapendo quanto egli sia stato onorato, e non sopporta l'idea che tale suo allontanamento sia casone de dissolvere quello ... Studio, a lui (duca) sopra ogni altra cosa carissimo, gli ha concesso di comparire davanti a lui entro quindici giorni per andare alezere como lezerano l'altri doctori. Tuttavia se entro tale termine non dovesse ritornare, verrà considerato ribelle e tutti i suoi beni saranno incamerati. Nel frattempo vuole che Giorgio faccia l'inventario di tutti i beni, mobili e immobili, che ha ad Alessandria, nel contado e nel distretto.

Spectabili viro Georgio de Annono, nostro locontenenti Alexandrie dilecto.
Como per un'altra nostra de di xx del passato te scripsemo, cossì per questa te replicamo che, siandosi partito misser Iacomo dal Pozo et andato nelle parte inferiore et fugitosi da nuy, et havendovi poy scripto che la necessità e la iniuriali hanno factali Pavesi, como ingrati de non potere più allegare, né advocare in quella città, como ha facto per el tempo passato, lo hanno inducto ad andarsene, ne siamo molto maravegliati et ne havemo preso despiacere assay, perché, siandose partito cossì insalutato hospite, et senza alcunalicita casone, ne pare che, dovendo tolerarlo, de non monstrare che non ne sia despiaciuto ne torneria in vergogna. Il perché havimo deliberato monstrare ch'el non habia facto bene, como ognuno lo pò comprendere, maxime sapiando quanto dicto domino Iacomo è stato honorato, ben veduto et accarezato in la città nostra de Pavia da ognuno. Non parendone etiandio tolerarlo per luy non sia casone de dissolvere quello nostro Studio, quale habiamo sopra ogni altra casone a cuore, gli habiamo resposto ch'el voglia subito tornare da nuy per andare alezere, como lezerano l'altri doctori et ch'el voglia comparire personalmente denanzi al conspecto nostro fra termino de xv dì proximi futuri, computando a dì predicto vigesimo del passato, et como seguita. Et quando non venga fra dicto termino lo certificamo, parendone che questo sia acto tanto deshonesto quanto dire se possa et non da essere tollerato per nuy che, ellapso dicto termino, lo teneremo rebello nostro, et faremo inremissibiliter confiscare tucti li soy beni universalmente mobili e stabili et applicare alla Camera nostra. Pertanto, acciochè in questo mezo non havesse luy assequire altro, vogliamo 350v che debbi fare descrivere tucti suoy beni mobili e stabili, quali luy ha in quella nostra città de Alexandria e suo contado e distreto et sequestrarali cum tale provisione che niuna cosa d'essi possa andare in sinistro, avisandone del'ordine e provisione gli haveray facta, mandandone la descriptione d'essi beni. Et passato lo termine predicto mandaray ad effecto la sua rebellione et applicatione de beni alla Camera nostra, et advisane della recevuta de questa. Data Gambare, die ii decembris MCCCCLII.
Christoforus.
Cichus.