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97. Francesco Sforza al podestà del Castellazzo 1452 gennaio 21 Lodi

Francesco Sforza comunica al podestà del Castellazzo che è stato da lui Andrea dal Castellazzo che gli ha narrato come, al suo ritorno dai Veneziani con due ronzini, il podestà l'abbia obbligato a restituirne uno e poi l'ha imprigionato in esecuzione d'una lettera ducale chiedendogli, inoltre, di restituire l'altro ronzino e, per essere Andrea fuggito dalla prigione, lo vuole processare. Il duca fa presente che Andrea non è tenuto alla restituzione del ronzino e, per il resto, ordina al podestà di revocare ogni novità.

[ 33r] Potestati Castellacii.
L'è venuto da noy Andrea dal Castellazo, quale ne ha significato che, havendo luy conducto de qua dal canto de Veneciani duy roncini, l'hay astrecto a restituirne uno, et poy l'hay incarcerato in executione de una nostralettera, et volevi ch'el restituisse l'altro, et perché l'è fuzito, dice che voy procedere contra deluy. Et perché non fo nostra intentione ch'el fosse astrecto alla restitutione del dicto cavallo, essendo conducto de qua, como è dicto, et anche, essendo fugito de presone, (a) non ha facto se non como faria cadun altro, te commettiamo et volimo che tu non gli debbi dare impazo per questa caxone, immo revochi ogni novità facta. Data Laude, die xxi ianuarii 1452.
Cichus.


(a) de presone in interlinea.