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1094. Francesco Sforza a Oldrado da Lampugnano 1452 novembre 17 Gambara

Francesco Sforza risponde a Oldrado Lampugnani circa le lamentele dei cittadini per i danni patiti e i continui disagi a causa la guerra con quelli di Correggio. Alla difficoltà espressa circa le disposizioni per il fieno, il duca assicura che si prenderanno provedimenti per soddisfarli perché le disposizione sull'alloggio e dei cavalli e sullo strame coinvolgeranno tutti, esenti compresi. I trecento cavalli di Alessandro, che sono lì, presto saranno spostati.

[ 273r] Domino Oldrado de Lampugnano.
Havemo recevuta vostra lettera de data xiiii del presente, et inteso quanto scriveti de quelli cittadini che stanno alterati per casone deli danni hanno patuti et patiscono, tanto per la guerra a loro mossa per li Correzesi, quanto dalli nostri, et che l'ordine deli fieni dato non si porrà exequire, et che dala Parma in zò verso la strada Romea è tucto consumato et che era necessario andare dalla Parma in su, et che nisuno delli exempti non volevano servare l'ordine facto, et cetera; di che respondemo che, siando stato la guerra in quello paiese et siando bisognato mandargli dele gente per defensione de quella cittade, non s'è potuto fare de mancho che non habiano patututo (a) quelli cittadini qualche desconzo. Ma volimo che confortati tutti quelli cittadini ad stare de bona voglia, che a tucto se darà tale forma et farassi deli provedimenti che restaranno satisfacti, certificandoli che nostra intentione è che li ordini dati per li allozamenti delli cavalli et delli strami siano observati da exempti et non exempti, et cossì hora, che se daranno le stantie farimo observare perché non intendimo che ad questo sia exempto nisuno, et sia chi se voglia; et questo vederanno per effecto.
Ala parte de quelli trecento cavalli de meser Alexandro che sonno lì, dicemo che non hanno ad stare lì e subito se partiranno et andaranno inanzi, o che retorneranno indireto, siché quelli cavalli non hanno ad restare lì. Ex Gambara, die xvii novembris 1452.
Ser Iohannes.
Cichus.

(a) Così A.