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1700. Francesco Sforza a Teseo da Spoleto 1453 maggio 4 Milano

Francesco Sforza scrive a Teseo da Spoleto sulla scusa della mancanza di cavalli per giustificare la mancata azione contro i morosi nel pagare le tasse; di cavalli nel Piacentino ne può avere quanto ne vuole e Angelello da Lavello aggiunge che non ha mai avuto richiesta. Attribuendo ciò alla sua ignavia più volte rimproverata lo esorta a darsi da fare per riscuotere le tasse.

[ 415r] Teseo de Spoleto.
Havemo recevuto più lettere toe et inteso quanto ne scrivi che, per mancamento de cavalli, tu non poi fare executione contra quilli che sonno retrogradi appagare le taxe; dicemo che questa non è bona schusa perché la negligentia et mancamento tuo non lo volere imputare ad altri, et maravigliamone grandemente de questo tuo scrivere et che dichi che non poi havere cavalli, perché imPiasentina gli ne sonno pur tanti che te deverieno bastare. Et per caso, ritrovandosi qui Angelello de Lavello, quali è pur de quilli che stanno là, ne dice che tu non hai mai rechiesto perché, se fosse bisognato, sarria venuto in persona. Tu sai che molte volte te havemo dicto che sei troppo lento ed freddo, et tal persone non possono essere soliciti et diligenti et far como bisognaria al facto nostro et, per quanto te possemo dire, tu non te moveressi um passo più dell'usato, et non sappiamo già pensare perché tu lo fai, si non per far lo pegio che tu poi, et per certo tu non fai bene, avisandote che l'omo non sta sempre in una dispositione et voluntate. Et pertanto volemo, havuta questa, tu provedi per ogni via et modo possibile solicitare et fare che le taxe siano rescosse et pagate a chi se degono pagare, et non che siano tenuti li nostri homini d'arme in tempo più como sonno stati tenuti fino qui, avisandoti che nui non havemo a dolerne, né ad lamentarne se non de ti solo, et non de altri. Et tale cose sii certo che non ne scordano cussì presto dala mente, et maxime adesso che semo per uscire fora in campo. Mediolani, die iiii maii 1453.
Zanninus.
Cichus.