Registro n. 14 precedente | 177 di 1952 | successivo

177. Francesco Sforza al commissario di Pontremoli (1452 febbraio 6 Milano)

Francesco Sforza comunica al commissario di Pontremoli la richiesta fatta al marchese di Ferrara di restituire a Fioramonte, marchese di Villafranca, due terre, che tiene indebitamente, e la sua risposta di metterle in libertà. Lettere di egual tenore lo Sforza ha scritto agli uomini delle terre occupate abusivamente da Galeotto Campofregoso. Ritenendo di dovere agire vuole che il commissario si dia da fare per convincere alla consegna gli uomini delle terre tenute dal marchese di Ferrara e altrettanto faccia con gli uomini delle terre occupate dal Campofregoso, senza per questo scatenare una guerra, e sapendo che il duca ha in proposito contattato due suoi conestabili, Bartolomeo da Messina e Bartolomeo da Bologna.

Comissario Pontremoli.
Havemo facta instantia cum lo illustre signor marchese de Ferrara che voglia restituire a Fioramonte, marchese de Villafrancha, doe terre, quali gli tene indebitamente, et luy è contento de metterle in libertà ad ciò prendano quello partito gli piace; el simile havemo scripto ad li homini del'altre terre quale occupa indebitamente Galeotto da Campofregoso, ad esso Fioramonte, et non sappiamo come faranno. Et perché nuy desideramo che la dicta restitutione omnino se faccia, sì per la iustitia et equità, sì etiamdio perché è nostro debito metterlo e mantenerlo ala posessione d'esse terre, essendo nostro hederenti quindeci anni passati, te comettiamo et volemo che pratichi, induchi et servi ogni modo et via cum li homini d'esse doe terre, quale tene Io prefato signore marchese de Ferrara, che se vogliono dare ad esso Fioramonte; et quando non volessono fare questo, o per pagura o per altro, vedi de torli in le mani toe a nostro nome, et dalo poy ad esso Fioramonte; simile opera et instantia volemo facci cum li homeni del'altre terre, quale occupa el dicto Galeotto. Et perché ad questa restitutione segli farà maiore dificultà, siamo contenti et volemo che, possendose torre cum qualche ascalamento o altro modo honesto, purché non se faccia a modo de guerra, li se togliano, avisandote che de questo ne havemo facto comissione ad Bartholomeo da Bologna et ad Bartholomeo de Messina, nostri contestabili, ali quali darito ogni consiglio et favore expediente, cum modo honesto, como è dicto. Data ut supra.
Cichus.