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1843. Francesco Sforza a Nicodemo (1453 giugno 2 "apud Senigam").

Francesco Sforza ribadisce a Nicodemo che non avrebbe perduto Quinzano e Pontevico se avesse potuto pagare le sue genti e anticipare così l'uscita dei nemici. Da Seniga andrà poi nel Bresciano. Gli raccomanda di sostare a Firenze per sollecitare i provvedimenti che devono essere presi. Ha saputo da re Renato, come intenderà dalla copia della lettera che gli fa avere, che è già in cammino. Procuri, durante la sua permanenza lì, di perorare presso i Dieci e con chi vorrà le cose di Michele e mandi a Borgo San Donnino le barde che otterrà.

Nicodemo.
Tu haverai inteso per nostre lettere como l'inimici hanno avuto Quinzano et Pontevico, che tucto è perduto per non havere potuto spazare le nostre gente ad tempo, che se fossemo stati creduti et advisati che havessimo potuto anticipare l'inimici nello uscire fora, como hanno anticipato nui de dì xv, le cose se retrovarieno in altri termini; pur niente di manco tucto quello hanno facto li nimici è foco de stoppa, perché non possano fare più niente. Nui siamo venuti ad Seniga con le gente ne trovamo havere spazate et tucta volta vengono giungnendo le gente, et domane o l'altro passarimo in Bressana et vederimo de fare qualche cosa. De quanto seguirà ne sarrai advisato.
Ceterum, semo contenti et volemo che, non siando partito de là, che non te parti, ma che resti ad solicitare el spazamento delli ordini et provedimenti se hanno da fare, et cossì con ogni diligentia vogli instare, solicitare et operare, viribus et posse, che li provedimenti se hanno affare se fazano con tal prestezza che habia a far fructo. Et siando partito, viene via prestissimo.
Ulterius nui havemo hauto una lettera dal serenissimo re Renato, della quale te mandamo la copia inclusa in questa, la quale, como per dicta lettera vidirai, è in camino et vene via.
Preterea mentre che tu sei ad Firenza vogli aiutare et favorire li facti del signore domino Michele et cum li magnifici Signori x et con chi te parirà, et fagli tucti quelli favori che te siano possibili.
Al facto delle barde te dicemo che tucte quelle barde porrai havere, le vogli mandare al Burgo San Donnino. Ex castris, ut supra.
Cichus.