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256. Francesco Sforza al podestà di Parma 1452 febbraio 23 Milano.

Francesco Sforza avverte il podestà di Parma dell'arrivo lì, quale suo luogotenente, di Andrea della Stufa, cui vuole che si presti ubidienza, aiutandolo nella definizione delle sue competenze.

Potestati Parme.
Come dovete sapere, nuy havimo facto vinire là per nostro locotenente di quella cità, el spectabile Andrea dela Stufa. Et, perché (a) al facto nostro se fa ch'el sia creduto, reputato et honorato, vi confortiamo, caricamo et demum volìmo che ad luy prestiati quella ubedientia et reverentia che faristi a nuy proprii, se haviti voglia compiacerni. Et se forse in quisti principii ve paresse ch'el se impazasse in civilibus, che proprio è vostro offitio, non guardati ad ogni cosa et portatili reverentia, como è nostra intentione.
Et ben perhò gli havimo scripto che se porti humanamente cum vuy, et cussì siamo certi ch'el farà. Data Mediolani, die xxiii februarii 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.

(a) perché in interlinea.