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451. Francesco Sforza al referendario di Piacenza e a Matteo Taverna, commissario sopra il sale. 1452 aprile 12 Milano

Francesco Sforza scrive al referendario di Piacenza e a Matteo Taverna, commissario locale sopra il sale, sulla riscossione della mezza tassa del sale da farsi senza addurre scuse che dispone debbia essere fatto al venti del mese in corso, costringendo tutti, salvo chi è in possesso di lettere di esenzione concesse dal duca, a pagare secondo quanto annotato nel quaderno della tassa vecchia, compresi i renitenti che saranno obbligati a pagare in tale data senza però avere il sale.

Referendario Placentie ac Matheo de Tabernis, commissario ibi super sale.
Horamay è tempo che la mezza tassa del sale debbia essere rescossa, né meritamente se possono gravare quilli nostri subditi che non habiano havuto termino conveniente a pagare, né vuy, che vi sia manchato tempo a solicitare el pagamento. Et perché pur intendiamo che della dicta meza tassa se resta anchora rescodere bona parte, che certo ne hè molto molesto, perché stanno impediti li assingni facti alle nostre gente d'arme, desponiamo che tucto quello se resta havere sia rescosso per ogni modo, a vinti dì del mese presente al più tardo, senza manchamento alcuno. Siché vi commandiamo expressamente et carichamo quanto sia possibile che actendiati cum ogni studio, solicitudine et diligentia a rescodere tucto quello resta d'essa meza tassa, senza alcuna perditione de tempo, non reservando alchuno, sia chi se voglia, imo costringendo tucti quanti a pagare secondo lo quaterno della tassa vechia, che fo consignato qui ad ti Matheo. Et [ 115v] guardate bene ad non reservare alcuno, sia chi se voglia, salvo se avesseno littere concesse novamente per nuy, che facesseno expressa mentione de tale reservatione, et non altramente, repplicandovi iterato, perché questa consecutione della mezza tassa importa grandemente, che faciati ogni opera et ogni provisione che, infra lo dicto termino, siano pagati interamente tucti quanti li dinari, senza manchamento veruno, et siano exbursati a quilli che hanno li assingni, aciò non habiano excusatione de non metterse im ponto per deffecto de non potere consequire essi assingni; et de questo vi stringimo et caricamo quanto più sia possibile et commandiamo expressamente, se may desiderati farne cosa grata, aspettando resposta da vuy como haveriti facto. Ulterius acioché non intervenga più dilatione, volimo che faciati advisati tucti quilli restano ad pagare che, se per tucto li vinti dì del mese presente non haveranno satisfacto in tucto, saranno da poy astrecti al pagamento de dinari senza havere el sale. Et cussì, fino adesso, vi committiamo che contra quilli non haveranno satisfacto, procedete virilmente et li astrenzati a pagare li dinari, senza gli sia dato el sale, ad ciò non se habiano ad gloriare della pertinatia loro. Data Mediolani, die xi aprilis 1452.
Ioseph de Angeli.
Duplicata fuit die xiii suprascripti.
Cichus.