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472. Francesco Sforza al podestà, al comune e agli uomini di Castell'Arquato. 1452 aprile 17 Milano

Francesco Sforza ricorda al podestà, al comune e agli uomini di Castell'Arquato le disposizioni del Regolatore e i Maestri delle entrate circa l'invio di loro uomini dei primi del censo per assumere l'obbligo con Giovanni Zabulo di pagare, a nome del comune, i denari assegnati al vescovo di Modena. Il duca ripete loro detto ordine avvertendoli che, se non lo osserveranno entro tre o quattro giorni, addebiterà loro tutte le spese che si faranno per questo motivo.

Potestati, comuni et hominibus nostris Castri Arquate.
Altra volta ve scrisseno li Regulatore et Magistri del'entrate nostre che mandassive alcuni de vuy homini a Parma cum sindicato de fare obligo et promessa a Zohane Zabulo, overo ad altri, de pagare alcuni dinari, a nome de quello comune, deli primi del censo di quella terrade l'anno presente quali erano assignati al reverendo miser lo vescho da Modena, et vuy, non obstante quelle sue littere, may non haviti voluto exequire quello ve hano ordinato; dil che grandemente se meravegliamo perché male ne adiutarissine del vostro quando a nostre spexe, non voliti servire dela promessa de pagare al termino statuito. Il perché, disponendo nuy omnino ch'el dicto obligo et promessa, come è dicto, se fiza, volemo che, havuta la presente, debiate exequire et observare quello ve scriveno di novo li antedicti Regulatore et Magistri circa di questa materia, rimosta ogni exceptione, et non expectati che per questo ve sia scripto più, avisandovi che, se fra trì o quatro dì ala più longha, non haveriti adimplito questa nostra voluntà, ve faremo pagare del vostro proprio tutte quelle spexe che serano supportate per questa casone, et oltra de ciò provederemo in modo che seriti malcontenti de questa vostra inobedientia. Data Mediolani, die xvii aprilis MCCCCLII.
Ordine dominorum Magistratorum.
Cichus.