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50. Francesco Sforza a Sceva de Curte, a Benedetto, al referendario, a Teseo da Spoleto e ai presidenti di Piacenza. 1452 gennaio 6 Lodi.

Francesco Sforza scrive a Sceva de Curte o, a suo fratello Benedetto, al referendario, a Teseo da Spoleto, commissario, e ai presidenti di Piacenza e ordina al luogotenente e al referendario, come a ogni ufficiale che sia tenuto, che ai cittadini di Piacenza e del Piacentino che non sono andati ad abitare in città per tre mesi continui con le famiglie devono togliere la tassa del sale alla.gabella di Piacenza. Comanda a Teseo di individuare luoghi, terre e persone tassate esageratamente per i cavalli e distribuire i cavalli sugli estimi dei cittadini che non sono andati ad abitare in città, perché detti cittadini, esenti o non, devono essere considerati "li rustici de fora".

[ 14r] Domino Sceva de Curte, sive Benedicto eius fratri eius loco, ac referendario et Thexeo de Spoleto commissario, ac presidentibus civitatis Placentie.
Perché pocho zovaria fare la leze et li ordini quando li contrafacere(n)ti non sentissero li loro effecti, volimo che a qualunqua citadini nostri de Piasenza et de Piacentina, quali non sonno vinuti ad habitare alla citade per li tri mesi continui cum le loro famiglie, secondo li ordini predicti, debiati far levar lo sale alla nostra gabella de Pixenza per taxa; et questo fareti vuy, locotenente e referendario et cadauno altro officiale l'habia ad fare. Et similiter (a) et tu, Thexeo, volimo faciati dilligentemente vedere et examinare quelli lochi, terre et persone che fossero in le taxe di cavalli taxate enormamente et oltra lo devere, e li debiati desgravare et alli cavalli destribuire et compartire per rata sopra li extimi delli predicti nostri citadini non venuti ad habitare alla citade, come è sopradicto, li quali, et in questo, et in altro, et sia chi se voglia, exempto o non exempto, volimo siano tractati et reputati come li rustici de fora, come in li ordini et cride predicte se contiene, etiam senza observantia veruna dele loro pretense exemptione e civilitade.
E questa è nostra mente et intentione. Data Laude, die vi ianuarii MCCCCLII.(b) Cichus.

(a) Segue vuy locotenenti depennato.
(b) In A MCCCCLI.