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521. Francesco Sforza a Boccaccino Alemanni. 1452 aprile 2 Milano.

Francesco Sforza accusa ricevuta delle lettere di Boccaccino e di quanto scritto di Cosimo circa il ritorno dell'imperatore a Roma e la pace che intende fare. Le genti ducali, tutte pagate, sono in parte uscite e, fra dieci o dodici giorni saranno tutte fuori e questa pace la si farà "in campagna". Faccia ritornare Giacomo se è stato pagato del rimanente denaro.

Boccacino de Alemannis.
Havemo recevuta vostra lettera et inteso quanto scriveti, et cossì quanto ne scrive el magnifico Cosmo della retornata de l'Imperatore ad Roma et della pace che cerca volere fare, et cetera: de tutto restamo advisati; non dicemo altro ad questo perché, circha de ciò, scrivemo quanto accade al magnifico Cosmo, como poreti da luy intendere. Le gente nostre havimo tutte spazate et parte sono uscite fuora et fra deci, o xii dì al più tardo, haverimo adunate tutte le gente et sarimo fuora, et questa pace la farimo poy in campagna, et speramo farve sentire presto novelle che ve piacerano. Se ser Iacomo è stato spazato del resto del dinaro, vogliati subito farlo aviare che venga via prestissimo senza alchuna dilactione de tempo, perché non expectiamo altro che luy. Ex Mediolano, die ii aprilis (a) 1452.
Iohannes de Ulexis.
Cichus.

(a) Così A.