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754. Francesco Sforza a Oldrado Lampugnani e ad Ayolfo Orlandi da Firenze 1452 agosto 17 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza informa il luogotenente di Parma Oldrado Lampugnani e Ayolfo Orlandi di Firenze della vicenda capitata al cappellano Marino da Trebiano che, destinato all'amministrazione della rettoria dell'ospedale parmense di San Lazzaro al posto di Veltro della Latta e confermato in detta rettoria dall'abate di San Giovanni, fu da quattro o cinque persone, di loro iniziativa, sostituito con Taddeo di Nosseto. Il duca ordina perciò a Oldrado e ad Ayolfo di individuare punire tali persone in tale modo che si comprenda che non si può agire contro gli ordini ducali. Rimesso nella sua carica Marino, cui i Poveri dell'ospedale e chi altri è tenuto presteranno obbedienza, pur avendo ottime referenze su detto Marino, sollecita Orlando e Ayolfo a investigare sul suo comportamento e se trovassero delle mancanze, gliele notifichino.

[ 195r] Domino Oldrato de Lampugnano et Ayolfo de Orlandis de Florentia, locuntenenti Parme.
Già sonno più mesi, como crediamo debiati essere informati, che nuy mandassimo el venerabile don Marino da Trebiliano, nostro capellano, al governo et regimento dela rectoria del'hospitale de San Lazaro di quilla nostra città per scontro ed in loco de don Veltro dela Lacta; et cussì fo confirmato alla dicta rectoria per lo venerabile missere lo abbate de San Zovanne de quella dicta nostra città al quale specta la confirmatione del dicto hospitale, in la quale rectoria dicto don Marino egli stato continuamente fina mò pacificamente ad governare li poveri et administrare et regere li beni d'esso hospitale senza alcuno impazo; in che, segondo siamo informato, se è deportato molto comendabilmente che invero ne è molto piaciuto. Hora mò habiamo inteso, et cum gran desplacentia, che li Poveri d'esso hospitale, benché loro non habiano auctorità de fare tale cosa, a sugestione de quatro o cinque, quali non sonno ben costumato et che poco hanno in timore le nostre lettere, hanno ellecto alla rectoria d'esso hospitale messer Thadeo de Nexeto contra ogni saputa et nostro consentimento; della qual cosa (a) veramente se ne dolemo, perché ne fanno intendere che hanno in vilipendio le decte nostre lettere et che presumeno de volere cazare quello che nuy havimo mandato. Et perché questa tale presuntione l'habiamo tanto molestissima quanto dire più se possa et volemo non lassarla impunita, pertanto volimo, ricevuta questa, debiati cerchare per ogni modo et via de intendere chi sonno stati li primi promotori et inventori a far fare tale (b) electione senza saputa nostra et ad presumere de cazare el dicto don Marino mandato da nuy; quali trovati et inteso questo loro delicto et manchamento, vogliamo li debiati punire segondo la discriptione vostra, per modo però ch'el sia exempio ad altri de non presumere contra le nostre lettere, né le nostre ordenatione. Et demum reponeriti alla predicta rectoria d'esso hospitale el dicto don Marino et faritili prestare obedientia dalli Poveri et da ogni altro che debitamente gli debbe essere obedientie, mantenendolo im posessione d'esso pacifficamente et senza alchuno impedimento, facendo che ogniuno intenda cussì essere nostra volontà; et fariti revocare ogni novità et molestia facta contra esso. Pur non di meno, benché nuy habiamo havuto bona informatione che esso don Marino se deporta bene et comendabilmente, vogliamo che anchora vuy debiati pigliare informatione delli deportamenti suoy et, trovando manchamento in luy, non crediamo, volimo che subito ne debiati advisare. Data in castris nostris apud Quinzanum, die xvii augusti 1452.

(a) Segue non poco se maraviglia depennato.
(b) Segue inhibitione sem depennato.