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816. Francesco Sforza a Sceve de Curte, luogotenente di Piacenza 1452 settembre 6 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza informa Sceva de Curte, luogotenente di Piacenza, che intende dare il cambio alla città e contado di Cremona del peso della fornitura delle vettovaglie sostenuto per il campo, e che alla fornitura dei carri si provveda da Piacenza e dal Piacentino con xxi in ordine, con buoi e uomini per due mesi, avvertendoli che saranno pagati da lui. Piacenza, richiesta di quattordici carri, dicendo che gli occorrono per il rifacimento del muro, si dichiara disponibile a pagare duecento o duecentocinquanta fiorini; proposta rifiutata dal duca che ribadisce la richiesta dei carri.

Domino Sceve de Curte, locuntenenti Placentie.
Per tenere fornito questo nostro felicissimo exercito et per farce condure delle victualie fin a qui havimo solamente dato el carigo alla cità et contado nostro de Cremona che, invero, supportano et hano suportato faticha assay, como podeti pensare. Et perché pur una bona parte del Cremonese di presente se retrova occupato et fatigato dali inimici, siché non possiamo havere servicio, né acconzo alchuno, ne è stato bisogno per provedere che non manchino le victualie, havere recorso alla cità nostra de Placentia, et havemoli richiesti che ne vogliano mandare xxi carro fornite de homini et di bovi per fargli attendere per duy mesi al condure delle victualie qua in campo, et per quello havimo inteso, ne tochano xiiii cara alla cità; la quale comunitate, intesa la richiesta nostra, ne hanno mandato qua da nuy a pregharne che non vogliamo torgli le dicte carra per respecto ali loro servicii, et anche perché possano fare lavorare dov'è dirupto el muro d'essa nostra cità, et ne hanno mandato a proferire, per loco de quelli, de volere pagare ducenti per fina in ducenticinquanta fiorini. Nuy gli havimo alquanto pensato suso et troviamo finalmente che li denari non fanno al facto nostro, dove havimo deliberato omnino de volere dicte carra per provedere al dicto bisogno de'exercito; il perché volimo che vuy cum ogni sollicitudine et cura vostra, debiati procurare de havere li dicti xxi carra tra la dicta cità et contado, quanto più celermente sia possibile, considerato el bisogno predicto. Et perché molte volte ne sono state mandate carre che sonno guaste et cum tristi bovi, siché per la mitade del tempo nuy non gli habiamo possuto operare, volimo che mandati uno intendente dove se trovano dicte carra, quale veda de non torre se non cara, bovi et homini utili, che possiamo bene adoperare, et dicte carra le vogliamo per duy mesi, advisandove che nuy le farimo paghare di nostri proprii denari, como Benedicto, vostro fratello [ 211v] è informato. Et perché non habianno casone essi Piacentini fare scusa per respecto de quella nostra citadella, vi dicimo che debiati soprasedere de far fare el muro de quella dicta citadella, ma solamente siamo contenti fazati fare al presente el travaglio, per modo che essa resti secura et nuy possiamo havere le dicte carra. ex castris apud Quinzanum, die vi septembris 1452.
Bonifacius.
Cichus.