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868. Francesco Sforza al comune e agli uomini di Poviglio 1452 settembre 15 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza comunica al comune e agli uomini di Poviglio di essere dispiaciuto dei danni arrecati dai Correggesi, nonostante le promesse e il salvacondotto da loro avuto. Manda da loro Alessandro da Foligno con uomini d'arme per loro difesa e il commissario Gandolfo da Bologna per comandare loro e i soldati, chidendogli di accogliere uomini e cavalli che Alessandro manderà loro.

[ 222v] Comuni et hominibus Puilii.
Fideles dilectissimi nostri, per doe altre nostre havereti inteso quanto ne è despiazuto il damno che ve hanno facto tanto iniquamento quelli da Corregio contra ogni promessa et salvuconducto che havevate da essi; dela qual cosa imperò noy non ne meravegliamo perché questo è lo vivere et costume lor de non observare cosa che promettano. Et perché delibberamo omnino farli et presto pentire de quello ve hanno facto et farve fare ad voy medesmi la vendetta, mandiamo per adesso ser Alexandro da Foligno, nostro fameglio, presente portatore cum alcuni nostri homini d'arme li quali volimo stagano dentro in quella terra per defesa et guardia de epsa. Et havemo ordinato ch'el nobile Gandolfo da Bologna, nostro aulico et commissario, vegna ad stare et dimorare in quella terra per governatione deli dicti soldati et de voy, alli quali vogliamo debiate obedire et credere in ogni cosa et in tucto quello ve dirà et comandarò quanto alla persona nostra propria. Pertanto volimo et comandamo debiate receptare dentro essa terra tucti quelli homini d'arme et cavalli lo dicto ser Alexandro ve dirrà et comandarà et voliate stare de bona voglia et de gaiardo animo, et defenderve dali nimici virilmente, perché non altramente volemo pigliare la defesa vostra (a) quanto se fusse per la città nostra propria de Parma. Data in castris nostris apud Quinzanum, die xv septembris 1452.
Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Ianinus.
Cichus.

(a) Segue de Parma depennato.