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874. Francesco Sforza a Oldrado da Lampugnano e a Aynolfo da Firenze, luogotenente di Parma. (1452 settembre 16 "apud Quinzanum").

Francesco Sforza informa Oldrado Lampugnani e Aynolfo da Firenze di avere mandato a cavallo a Poviglio Alessandro da Foligno, suo famiglio, con undici uomini d'arme e circa settanta cavalli perché si provvedesse alla guardia e conservazione del luogo al cui governo manderà Gandolfo da Bologna. Vuole che cerchino uomini in città o in montagna, fidati, da mandare in quella terra. Procurino di confortare quella gente assicurandola che, benché i nemici abbiano preso diversi loro uomini, potrà riprenderseli e catturarne dei loro.

Oldrado de Lampugnano et Aynolfo de Florentio, locumtenenti Parme.
Carissimi nostri, como hyeri per nostre lettere ve scripsimo, fecemo heri circha le xxii hore montar ad cavallo Alexandro da Foligno, nostro fameglio, cum xi homini d'arme cum circha lxx cavalli perché andassero ad Poviglio per adtendere alla guardia et conservatione d'essa terra, et così scripsemo a Gandolfo da Bolognia che subito andasse alla dicta terra per governo deli dicti homini d'arme et salute de epsa, como per le dicte nostre lettere più pienamente haverite inteso. Et benché il dicto mandare li dicti homini d'arme assay ne satisfacia al'apetito nostro, nondimeno volimo che vediate havere qualchi boni fanti o de quella nostra città o dele montagne, o per qualunqua altra via possiti, fidati et mandati là alla dicta terra subito et cum omne celerità per stare ala defesa et conservatione d'essa per fin che nuy li faremo altra provisione, che farimo prestissimo. Et qui non li mancati in cosa alcuna, confortando superinde per vostre lettere li homini de quella terra ad non dubitar de niente ad star de bona voglia perché, benché habiano li nimici pigliati deli lor homini et facti deli presoni assay, nuy glie levaramo tal foco addosso che non solo poranno rehaver li soi homini, ma etiam haverano deli soi et se poranno vendicarsi. Et questo vederano prestissimo cum effecto. Ut supra.
Bonifatius.
Cichus.