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912. Francesco Sforza al referendario di Piacenza 1452 settembre 22"apud Lenum".

Francesco Sforza scrive al referendario di Piacenza che, poiché quella comunità è costretta a spendere delle sue entrate per necessità di grande utilità, come il pagamento del salario del podestà, vuole che, con il podestà, venda e incanti beni mobili e immobili di qualche condannato, spettanti alla Camera ducale, e con il ricavato della vendita si soddisfi il podestà.

[ 234r] Referandario Placentie.
Habiando quella nostra communità bisogno expendere le intrate loro in alcune sue necessitate, quale veneno essere nostra grande utilità, dale quale se paga el nostro potestà lì per una parte del suo salario, volimo, et cossì te commectimo, aciochè dicto potestà più habilmente che sia possibile possa consequire el suo salario, como é nostra intentione, che insieme cum esso potestà, possi et debbi vendere et incantare ogni beni mobili et immobili de qualuncha condemnato, quali spectano alla Camera nostra, et de quella se cavarà dali dicti beni vogliamo se convertisca nel pagamento del dicto potestà fine alla somma del suo salario, dumtaxat, expediendo quelli incanti farite dal dì incominzarite lo incanto, fino ad uno mese, non obstante alchuno decreto, o altra cosa facesse incontrario, alli quali expressamente derogamo et volimo essere derogato. Ex castris apud Lenum, die xxii septembris 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.