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914. Francesco Sforza a Oldrado da Lampugnano e al luogotenente di Parma. 1452 settembre 22"apud Lenum".

Francesco Sforza scrive a Oldrado Lampugnani e al luogotenente di Parma circa la sua determinazione di togliere l'assedio a Poviglio per cui invia il fratello Boso con cinque squadre, cui se ne aggiungeranno quattro mantovane e insieme passeranno, entro domenica, il Po alla Cella sotto Torricella, cose tutte di cui sono stati informati da Desiderio Grosso. Sebbene gli uomini siano sufficienti per tale impresa, e per altre ancora, tuttavia, in nottata, manderà nel Cremonese e a Casalmaggiore il suo famiglio Angelo da Caposelvi con il compito di raccogliere mille uomini armati di balestre, lance, schioppi che, unitamente a duecento fanti forestieri, raggiungeranno gli altri militari. Il duca rinnova l'ordine di inviare dentro Poviglio dei fanti per rincuorare gli assediati. Ripete l'ordine di mettere insieme tra cittadini e uomini di fuori il maggior numro di gente possibile ben equipaggiata da unire alle truppe; con questa forza militare intende togliere l'assedio a Poviglio e "campezare a Bersello, a Correzo et per tutto il suo". Per maggiore tranquillità dei cittadini consente a Oldrado e al luogotenente di mostrare loro la presente lettera.

[ 234v] Domino Oldrado de Lampugnano et locuntenenti Parme.
Noi heri per nostre lettere aIe vostre responsive circa el facto de Puiglio vi scripsemo advisando como havevamo deliberato de soccorrere omnino ala dicta terra et de fare levare quelli da Correzo dala loro obsidione et offesa, et che havevamo ordinato che Boso, nostro fratello, venisse dellà cum cinque squadre et cum alcune gente da pede, et cossì facto scrivere a quelli de l'illustre signor marchese, da cavallo et da pede che se mectessero inseme cum il dicto Boso per soccorrere alla dicta terra e per levare de campo li decti da Correzo, come più pienamente per esse nostre lettere devete havere inteso, et anche per relatione o lettere de Desiderio Grosso quale é stato pienamente informato da noy dela voluntate nostra, quale hogi s'é partito da qui et andato ad Colorni, et da lì siamo certi vi harà advisato integramente d'essa nostra voluntate, dove per questa non se extenderimo più diffusamente. Ma bene vi replicamo et dicimo che et con messi et con lettere habiamo sollicitato el dicto Boso et cossì quelli del prefato signore marchese per modo che siamo certi che, domeniga al più tardi, se retrovarano inseme per fare contra essi da Correzo, le quale gente passarano Po alla Cella (a) de sotto da Torricella, como per le dicte nostre lettere haverite inteso, et serano squadre nove, cioé quatro del prefato signor marchese et cinque dele nostre. Et benché queste gente sariano sufficiente ad assai mazore fazende, nondimancho, perché siamo volunturosi non solum levare essi Correzesi da campo, ma de cazarli, infine vi advisamo como in questa notte mandiamo Angilo da Caposilve, nostro famiglio, in Cremonese et in Casalmazore con larga commissione de commandare in Cremona per lo dicto Cremonese mille homeni armati con balestre, lanze, schiopetti et altre arme, et cossì mandiamo seco ducento fanti foresteri tra deli nostri provisionati schiopetteri et balestreri, li quali tucti inseme se retrovarano ad unirse cum le dicte gente per essere alle offese deli dicti da Correzo et al soccorso dela dicta terra. Per la qual cosa, aciochè li dicti homeni non habiano in questo mezo a fare novità veruna, volimo, como heri vi scripsemo, che debiati sforzarvi de mandargli dentro qualche fanti, uno o doi o tri ala volta, per confortarli et avisarli de questa ordinatione nostra; et deinde volimo (b) ve sforzati de unire et mettere inseme quello più numero de gente che voi possite, cossì dela città como de quelli de fora, per modo che como le dicte nostre gente et fantarie predicte agiongerano là, essi siano impuncto et aparechiati per andare con loro inseme, et circa questo non li perderite uno actimo de tempo, considerato la importantia dela cosa, la quale habiamo molto al core. Cossì etiandio poterite confortare quelli nostri cittadini a darsi de bona voglia, perché queste gente sarano tante che non solamente serano apte como poteti apertamente intendere ad levare de campo dicti da Corezo, ma etiandio li farimo campezare a Bersello, a Correzo et per tucto il suo, et faremoli pentire de tale impresa contra noy. Apud Lenum, die xxii septembris 1452.
Post scriptum. Aciochè quelli nostri cittadini più se confortano, et aciochè intendano le provisione che facimo, volimo che debiati monstrare la presente lettera ad essi cittadini.
Data ut supra.
Bonifacius.
Cichus.

(a) alla Cella in interlinea.
(b) volimo in interlinea.