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1310. Francesco Sforza al Regolatore e i Maestri delle entrate ordinarie 1457 agosto 10 Milano

Francesco Sforza vuole che il Regolatore e i Maestri delle entrate ordinarie provvedano a soddisfare le aspettative di Matteo di Iordani da Pesaro, già ai servizi ducali come Maestro delle entrate prima della conquista di Milano, andato a Venezia, tornato a Milano, di nuovo a Venezia e altrove. Per questi servizi egli ci mise di suo gran quantità di denari che il duca fece quantificare da Pietro Accettante e da Raimondo da Varese, ragionieri della Camera ducale, per un credito di Matteo di 870 ducati d'oro. Il duca comanda al Regolatore e ai Maestri di accontentare Matteo sulle entrate ordinarie e straordinarie pertinenti alla Camera ducale pagandone la metà in ducati d'oro e l'altra metà in ducati dal valore singolo di 64 soldi. Se ciò non fosse possibile, si soddisfi Matteo con le entrate ducali del 1457 o, nell'impossibilità di farlo, dispone che si assegni tale credito a Matteo al più presto sulle entate ducali del 1458.

Regulatori et Magistris intratarum ordinariarum.
Come semo certi deve sapere caduno de vuy, prima che havessemo el dominio de questa nostra inclita città de Milano, cioè del'anno MCCCCL passato indietro, havevamo ad li nostri servitii Matheo di Iordani da Pesaro, vostro colIega in quello officio, et lo adoperassemo in mandarlo ad stare ad Venesia, ad Mediolano et poy ancora ad Venesia et altrove, secundo li bisogni dele nostre facende quali acadevano; neli quali tempi luy recevete et spese in nostro nome grande quantitate de denari diversamente, secondo le commissione quale gli accadeva havere da nuy, et fece ancora varie andate et utile et fructuose al stato nostro, per le quale casone luy, come quello ch'è tra le altre sue bone circunstantie, è desyderoso, chiaro et netto con ogni persona, molti mesi passati ne fece instantia che se dignassemo far videre et saldare questi soy conti et rasone administrate et facte ad nostro nome ut supra. Il perché, desyderando anche nuy de intendere li facti nostri, tanto per nostro contentamento quanto per compiacere al dicto Matheo, commettessemo el sindicato de dicti conti et rasone ad Pedro Acceptante et Raynaldo da Varese, rasonati dela Camere nostra, quali, vidute che hebbeno et bene et diligentemente et manturamente intese, examminate et calculate le rasone, libri et scripure del dicto Matheo, et ogni altra cosa debitamenti da essi viduta ac intesa circa ciò, ne hanno referto in scripto dicte rasone essere molto chiare et bene administrate et fidelmente et trovarlo restare nostro creditore de ducati octocentosettanta d'oro in oro per la mittà et l'altra mittà ad soldi lxiiii per ducato, detracta la duodecima ogni anno, secundo che [ 409v] più chiaramente se contiene in essa relatione, benché de magiore summa lo trovamo creditore secundo li soy libri, perché sonno senza alcuna detractione, quale per li predicti rasonati gli è facta secundo l'usanza. Per la qual cosa, admettendo dicto saldo et relatione et havandoli grati, fermi et accepti, havemo facto ad esso Matheo liberamente quietacione et absolucione con generale confessione de quanto ha havuto ad manegiare del nostro et affare con nuy nel predicto tempo, come appare per una nostra patente concessa ad luy a dì *** del *** mese, secondo che è parso essere conveniente per la sua fede et boni deportamenti verso nuy. Et perché nostra intentione è, et omnino vogliamo ch'el sia satisfacto del dicto suo credito et quanto più presto sia possibile, perché non ne pare poco havere expectato tanto tempo, ve commettemo et commandiamo che de qualunque intrate nostre ordinarie et extraordinarie pertinente ad quella vostra Camera faciate respondere al dicto Matheo de dicti ducati octocentosettanta liberamente, remosa ogni exceptione, et, se per più commodo dela Camera nostra se potesse aiutare de qualche debiti vecchi, o in tucto o in parte, tanto inanti el nostro felice introyto et dominio de Mediolano quanto de poy el tempo nostro, et sia de qualuncha condicione si voglia, et similiter anche de ogni condemnatione che, debite et iuste, se trovassero essere, facitelo, et non possendolo satisfare per queste vie, faritelo pagare sopra intrate nostre del'anno presente MCCCCLVII, reservando sinchè l'assignatione, proinde facta inanti, in forma o che per una via o per un'altra, come havemo dicto, più presto che sia possibile se possa aiutare de dicti denari. Et in caso che niuna dele predicte vie potesse havere loco, ut supra, semo contenti et volemo gli siano assignati sopra l'intrate nostre, al più presto sia possibile, del'anno proximo futuro MCCCCLVIII, quale farete mettere per spesa consumata et faretene fare ogni scriptura opportuna et necessaria per questa casone secondo che meglio ve parirà conveniente, come è nostra voluntà et firma intentione et per honestà et debito, come etiam perch'el facimo de bona voglia secundo meritano le sue bone operacione per fede et devotione verso nuy. Mediolani, x augusti 1457.
Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Cichus.