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1261. Francesco Sforza ai rettori di Bergamo 1454 aprile 22 Milano.

Francesco Sforza scrive ai rettori di Bergamo che, a causa del gran tempo trascorso inattivamente per un possibile ricupero (settembre-ottobre scorso, quando lui ebbe Rivolta), gli pare difficile poter realizzare qualcosa per risarcire Barbero da Venezia e i suoi della roba tolta loro, perché i compagni di Cristoforo da Cremona, autori dei furti, si son tutti squagliati chi qua e chi là. Tuttavia li assicura che farà quel che potrà perché Barbero ottenga la restituzione di quanto sottrattogli.

[ 338v] Rectoribus (a) Pergami.
Magnifici amici nostri carissimi, havemo recevuto la vostra lettera sopra il fatto della roba tolta al Barbero da Venesia et li suoy fino questo septembrie over octobre proximo passato quando nuy havessemo la terra de Rivolta; ala quale rispondendo, dicemo che a nuy seria sempre summa gratia de fare tute quelle cose che fossero grate ale magnificentie vostre, maxime in le cose che hanno in sé honesta, como é questa, ma, essendo questa cosa tanto invecchiata, como é, senza may esserne facta mentione alcuna, ne pare seria quodammodo impossibile se ne potesse cavere alcuno costructo, perché li compagni de Cristoforo de Cremona che foreno ad torre questa robba, sonno poy transmutati et fugiti chi in qua e chi in la, como fanno li pari suoy in modo dove ne é uno non vi n'é più. Nondimeno ogni bene et aconzo che nuy poteremo fare al dicto Barbero circa la restituzione dela dicta roba, lo faremo di bona voglia, et se veruna altra cosa ve possiamo fare che ve sia de piacere, sempre seremo apparecchiati ad farla.
Data Mediolani, xxii aprilis 1454.
Iohannes Giapanus.

(a) Segue nostris depennato.