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1307. Francesco Sforza a Giovanna de Cipellis 1454 aprile 30 Milano.

Francesco Sforza insiste con donna Giovanna de Cipellis perché receda da ogni resistenza dal maritarsi con Achille Orso, suo conestabile, perhé tale parentado pare a lui "bono et honorevele" sì per i pregi di detto Achille che per qualsiasi altra ragione. Vuole, pertanto, che, in considerazione del duca, "senza più replicatione et excusatione" accetti Achille per suo legittimo sposo.

Domine Iohanne de Cippellis.
Havemo veduto et inteso quello respondeti circha il facto de Achille Corso, nostro conestabile, quale ve havemo scripto et recomandato vogliate acceptare per vostro marito, et siamone assai maravigliati intendendo la excusatione faceti de non volervi maritare anchora et de non contentarvi del dicto Achille; parendo ad noi che'l parentato d'esso Achille sia bono et honorevele et per le virtù d'esso Achille et per ogni altro respecto, ultra che ad noi serà gratissimo per lo amore gli portiamo, che siate certa che ne sarà [ 352v] cossì grato che voi acceptati esso Achille per vostro marito como veruno altro delli nostri. Pertanto de novo ve scrivemo questo confortandovi et caricandovi che ad nostra singulare contemplatione senza più replicatione et excusatione vogliate acceptare esso Achille per vostro legitimo sposo et marito como é (a) il piacere, (b) voluntà et dexiderio nostro, certificandovi che ultra che ogni dì ve ne trovarite più contenta, non porresti havere persona alchuna della quale noi restassimo più contenti et satisfatti che d'esso Achille. Siché ad questo non vogliate fare contradictione alchuna; ma poiché noi ve lo habiamo proposto et recordato, ce ne vogliate fare honore, como non dubitamo farreti. Mediolani, die ultimo aprilis 1454.
Zannetus.
Cichus.

(a) Segue il dexiderio et volontà depennato.
(b)Segue dexiderio et depennato.