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1522. Francesco Sforza a Benedetto de Curte, capitano della cittadella di Piacenza 1454 giugno 7 Milano.

Francesco Sforza ricorda a Benedetto de Curte, capitano della cittadella di Piacenza, di avergli scritto, ad istanza di Raffaele Pugnello e di alcuni cittadini Cremonesi che diedero garanzia a Giovanni Matteo da Iseo, di non consentire a suo padre Giovanni da Iseo di lasciare la città se prima non fosse d'accordo con detti garanti. Siccome i garanti gli hanno fatto sapere che il padre non fa "alcuna provisione al facto loro", che dia loro sicurezza di ricuperare i loro denari, il duca vuole che il padre dia tale sicurezza a Raffaele e compagni,e ciò tanto più perché Raffaele ha fatto sapere al duca di avere lettere di Giovanni per le quali promette per suo figlio di non abbandonare Piacenza se non ha prima accontentato i garanti.

[ 407v] Benedicto de Curte, capitaneo Cittadelle Placentie.
Per altre nostre lettere, date Laude die primo presente, te scripsemo che, ad instantia de Raphaelo Pugnello et de alcuni altri nostri citadini Cremonesi che forono segurtate de Iohannematheo da Iseo, secundo che te informaria dicto Raphaelo, dovessi con bono modo ordinare che Iohanne da Iseo, suo patre, non se potesse absentarse da quella cità se prima non era d'acordio con dicte segurtate; et perché dicte segurtatde de novo n'hanno facto dire che per ben sia dato ordine non se possa absentare, tamen non fa però provisione alcuna al facto loro, per la quale siano seguri de havere il debito suo. Pertanto volimo che con quello megliore modo te parirà provedi che dicto Iohanne facia seguro dicto Raphaello et compagni in modo che non habiano ad dubitare et possano havere il debito suo, eo maxime che dicto Raphael n'ha facto dire che l'ha lettere del dicto Iohanne per le quale promette per dicto Iohanne Mathia, suo figliolo, provedendo in modo che dicto Iohanne non se ne possa partire per alcuno modo da quella cità se primo non ha contentate dicte segurtade et facto segure del facto suo.
Data Mediolani, vii iunii 1454.
Marcus.
Cichus.