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1686. Lettera di Francesco Sforza 1454 luglio 5 Milano.

Francesco Sforza dice di credere che i danni subiti dai suoi uomini dai fanti di Teseo, non vanno addebitati a Teseo, ma sono da attribuirsi ai suoi uomini disobbedienti agli ordini ducali.

[ 448v] Havemo inteso quanto per una vostra ne scriveti del damno facto ad quelli vostri homini per li fanti venuti con Theseo; ale quale rispondendo, dicemo ch'el ne rencresce che al dicto Theseo sia stato dato casone de comettere simile, perché a (a) nuy pur parebe che nele cose debite et iuste se doveria exequire quello che per li nostri fi comandato ad nostro nome maxime, non facendo più che se facia li altri nostri homini et subditi, chiarificandove essere nostra intentione, poi che Dio per sua gratia ne ha facto signore, de volere essere obediti dali homini nostri; siche potiti imputare dicto excesso et damno essere seguito per casone della inobedentia delli homini vostri et non per voluntà che havesse dicto Theseo da farli damno. Se per l'avenire seranno obedienti, como sonno l'altri, potranno essere certi non gli incontrerà quello che gli é incontrato de presente. Mediolani, v iulii 1454.
Nicolaus.
Cichus.

(a) a in interlinea.