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1774. Francesco Sforza ad Antonio da Pescarolo, capitano di Casteggio 1454 luglio 18 Milano.

Francesco Sforza vuole che Antonio da Pescarolo, capitano di Casteggio, ordini agli uomini della sua giurisdizione di corrispondere agli uomini del condottiero ducale conte Pietro Torello le tasse passate e presenti che loro competono, senza pretendere, per non soddisfarli, che essi si portino in campo, perché questo non é affare loro.

Antonio de Piscarolo, capitano nostro Clastigii.
Il conte Pedro Torello, nostro conductero, [ 473r] se gravano con nuy dicendo che ali suoi, quali logiano nella tua iurisditione, maxime in Chiastezo, sonno recusate le taxe per quelli homini i quali pare dicono de non volergli respondere delle taxe, secundo havemo ordinato, dicendo essi doveriano andare in campo come li altri nostri; de che ne maravigliamo perché ne pare essi homini fariano meglio ad fare quanto havemo commandato et ordinato che volere loro mandare quelli del conte Pedro in campo, li quali anche non hanno havuto li suoi dinari. Pertanto volimo che, havuta questa, debii providere et ordinare che per quelli da Chiastezo et delli altri lochi ad chi specta sia resposto ad quelli del prefato conte Pedro delle taxe loro, così del passato como per quello gli haverano ad stare, secundo say havemo ordinato; et é la voluntà nostra, como loro sonno remasti d'acordio. Mediolani, xviii 1454.
Zanetus.
Iohannes.