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202. Francesco Sforza al milite Filippo Confalonieri (1453 settembre 3 "apud Gaydum").

Francesco Sforza dice al milite Ftlippo Confalonieri di non capire perchè non può concedere lettere patenti ai suoi soldati per arrestare gli uomini di donna Luchina dei quali sono creditori. Ha spesso (e insista pur lui) fatto presente a donna Luchina l'opportunità di inviare una persona informata di ogni cosa (e quella potrebbe essere lui), in modo che si venga a un chiarimento

Spectabili militi domino Filippo de Confaloneriis, dilecto nostro.
Non vedemo modo a potere denegare Iettere patente ali nostri soldati che sonno creditori delli homini delIa magnifica madona Luchina de potere fare sostenire deli dicti homini se'l non se giarisse Ie ragione delle taxe, como più volte havemo scripto ala prefata madona Luchina, et caricatola che voglia mandare uno deIi suoi con le ragione et plene informato del tuto, aciò ch'el se gli meta fine, e mai non Iha mandato. Pertanto ve confortiamo ad atrovarve et intenderve con la prefata magnifica madona Luchina, et deinde venire qua con dicte ragione, como quello che ne doveti essere informato meglio che veruno altro. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.