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264. Francesco Sforza al luogotenente di Lodi (1453 settembre 18 "apud Gaydum").

Franceso Sforza risponde al luogotenente di Lodi di essere curioso di sapere di più circa quello che ha fatto Reciardo, nominato nella confessione di Bartolomeo. Si congratula con il luogotenente per come si è comportato con Gaspare da Suessa e lo informa che, non appena ebbe notizia della cattura di suo figlio, scrisse al conte Giacomo, che lo assicurò di contattare Crema per averne la liberazione. Gli crede, perchè, quando ciò non avvenisse, egli,duca, avrebbe sempre la possibilità di rivalersi con i prigionieri nemici. Per accelerare la liberazione del figlio, Gaspare dovrebbe procedere subito alla liberazione delle donne da lui prese, non mancandogli mai la opportunità di "pigliarne per una dece", senza alcuna sua personale ignominia perchè tutto addebiterebbe a ordini superiori. Ha presso di sè Fioravante, che si lagna di lui, luogotenente, per la devastazione che ha fatto della sua casa, per aver legato i suoi famigli, voluto impiccare sua moglie e per le tante villanie dettegli. Il duca a tutto crede fino a un certo punto, comunque, vorrebbe sapere da lui cosa esattamente successe, avvalendosi anche della testimonianza dei gentiluomini presenti.

[ 67v] Locumtenenti Laude.
Havemo recevuto le vostre lettere de più parte con alligata confessione de Bartholomeo sopra la imputacione a luy facta, ale qual, respondendo, et primo, circa la dicta confessione havemo inteso quanto ha confessato fin a mò, ma molto siamo desiderosi se Reciardo, nominato in la dicta confessione, gli ha defecto alcuno, volimo che vuy lo examinate bene et diligentemente, e del suo dicto ne dariti aviso. Ala parte de Gasparro da Suessa ne piace quanto haviti facto et dicto con luy, avisandove che, cum primum havessemo noticia dela presa de suo fiolo, scrissemo al conte Iacomo opportunamente per la sua relaxatione, el quale ne ha respuosto che'l scriverà a Crema per informarse et deinde farà quanto gli pare suo debito per la conservatione delle bone usanze del mestero d'arme, e credemo lo farà relaxare. Ma quando pur non lo facesse, nuy havemo tanti deli loro in Ie mane che, inanti che gli relaxamo, faremo che relaxarano luy; e de tuto questo avisamo per nostre lettere el prefato Gasparro, et anche gli recordamo e confortiamo che per far più presto voglia relaxare Ie femene sostenute, e poi relaxato sia el figliolo, sempre serà in sua possanza de pigliarne per una dece; sichè, siando questa cosa de quella importantia che conosceti voy et ogni inducia potria esser nociva e molto preiudicare al facto nostro, volimo che instate con persuasione et ogni bono modo che facia relaxare Ie femene, che non gli farà vergogna alcuna facendolo per coma(n)damento de suoi superiori. Et sforzative indurlo a questo quanto più presto potriti. Ala parte de Fioravante, havemo inteso quanto ne scriviti, avisandove che luy se retrova qua de presente, et havendoli facto opponere tante soe insolentie, confutando, molto se grava, molto se grava luy de voi e dice che gli siti andato a casa per saccomanarlo, rotoli le case, ligatili li fameglii e voluto impichare la sua femena et multa alia, deli quale credemo perhò quanto ne pare. Pur nondimeno seremo molto contenti che iterato ne avisati clare et distincte como passò el facto, et anche, parendove, fatine scrivere da quelli zentilhomini che gle erano presente per più evidentia. Preterea ha dicto molto più dicto Fioravante che gli haviti dicto traditore et altre tante et tale generatione de vilanie, che non se potria dire né scrivere; sichè vogliati tanto giarirne la cosa che'l non possa opponerli. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.